MESSINA. Si è spento ieri sera Giovanni Davoli. Classe 1944, il professore (era docente di Istituzioni di Diritto Pubblico), esponente di spicco del Movimento sociale italiano, era un politico rispettato anche dagli avversari politici. Nel 1994, divenne il personaggio chiave delle prime elezioni dirette per la sindacatura, raccogliendo più di 22 mila voti, un’attestazione di stima da parte di un popolo, che andava al di là di quello della sola An, che non si riconosceva nel prescelto da Forza Italia, Angelo Carmona. Il risultato, complice anche una campagna elettorale dedicata più ad attaccare il concorrente omologo che l’avversario reale, Franco Providenti, fu però bruciato da un’alleanza per il secondo turno (aveva accettato di diventare vicesindaco in caso di vittoria) che, inaspettatamente, consegnò la città al centrosinistra.

Dirigente del Fuan all’Università di Messina alla fine degli anni ’60, dopo il Sessantotto lasciò l’organizzazione giovanile missina per diventare presidente per gli atenei di Messina e Reggio Calabria del Movimento studentesco europeo, organizzazione studentesca di estrema destra. Nel marzo 1969, invece, andò alla guida degli studenti di destra che occupano il rettorato, con scontri con gli studenti di sinistra. Laureatosi in Giurisprudenza, diviene assistente universitario alla facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Messina e nel 1972 rientrò nel Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale, aderendo alla corrente di Pino Rauti. Nel 1975 fu eletto consigliere comunale, carica che ricoprirà fino al 1990. Nel 1981 era stato anche eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana, nel collegio provinciale di Messina per il MSI, ma non fu riconfermato nel 1986. Il 30 marzo 1983, invece, subentrò alla Camera dei Deputati a Orazio Santagati, fino all’11 aprile dello stesso anno, aderendo al gruppo del Msi, ma decise di optare per la permanenza all’Ars. (fonte Wikipedia)

Di Davoli, come consigliere comunale, si ricordano anche gli interventi in Aula contro l’appalto “chiavi in mano” per il Teatro Vittorio Emanuele, che portarono alla demolizione e ricostruzione della sala e allo “sfregio” degli ambienti sopravvissuti al terremoto del 1908 e alla Seconda Guerra mondiale.

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Emanuele Cavallaro
Emanuele Cavallaro
2 Dicembre 2017 19:38

Ma davvero vi mettete ad elogiare i fascisti?