MESSINA. Non smette di far discutere il progetto di apertura di una “stroke unit” all’Ircss Neurolesi dell’ospedale Piemonte: iniziativa annunciata con entusiasmo dalla politica, ma osteggiata da cinque neurologi, che in una lettera aperta avevano spiegato come una unità di quel genere sarebbe stata inutile se non addirittura dannosa. A strettissimo giro di posta, la risposta da parte dei deputati regionali Bernadette Grasso, Franco Rinaldi e Santi Formica, nonchè della presidentessa del consiglio comunale Emilia Barrile, oltre che quella dell’Ircsc stesso, che difendevano la bontà della scelta e criticavano l’entrata “a gamba tesa degli ordinari di Neurologia dell’Università di Messina Paolo Girlanda, Rosa Musolino, Andrea Toscano e Giuseppe Vita, e l’ordinario di Neuroradiologia Marcello Longo. Che oggi tornano sull’argomento, arricchendolo con dati a supporto della loro tesi.

“Se dei tecnici esprimono un parere non lo fanno di certo per aprire una “polemica inutile” ma per partecipare ad un dibattito con le loro esperienze e le loro competenze. E questo è doveroso soprattutto quando si parla di salute – scrivono – Dalle dichiarazioni degli ultimi giorni – apparse sulla stampa – da parte di alcuni esponenti della politica regionale e locale apprendiamo che il dibattito, a loro dire, non ci è consentito e che addirittura le nostre consapevoli e concrete affermazioni sono considerate quasi offensive nei confronti delle istituzioni che in nessun modo possono essere contraddette. Ancora una volta, ribadiamo con coscienza che l’argomento, soprattutto per la sua delicatezza, non può essere affidato alla politica. Ed auspichiamo la fine di ogni temeraria e sterile polemica nel rispetto delle professionalità dei medici”.

Dopo il preambolo, si entra nel vivo della questione tecnica sul perchè una stroke unit sarebbe inutile. “Secondo i dati forniti nel 2016 da Danilo Toni – coordinatore nazionale del registro mondiale SITS (“Safe Implementation of Treatment in Stroke”) – i casi attesi di ictus in Sicilia sono 8.342 all’anno. Nella provincia di Messina – 645.296 abitanti – sono attesi 1.065 casi di ictus in un anno. Al Policlinico di Messina nel 2016 sono stati ricoverati 832 pazienti per ictus, pari al 78% di tutti i casi della provincia (non 161 e non il 10% come dichiarato ! ). Gli 832 pazienti sono stati così ripartiti: 325 in Stroke Unit, 170 nell’unità di Neurologia e malattie neuromuscolari, 212 in Neurofisiopatologia e 125 in altri reparti del policlinico (Neurochirurgia, Rianimazione, Chirurgia Vascolare e Unità Coronarica).161 sono stati invece i pazienti sottoposti a procedure di riperfusione per via endovenosa e/o per via endovascolare, pari al 100% dei casi attesi in tutta la provincia di Messina. Sempre nel 2016 – così come negli anni precedenti – ben il 60% dei pazienti trattati proveniva dalla provincia e, pertanto, se vi è l’esigenza di uno o più centri Spoke è ovvio che questi debbano essere collocati in provincia e non a 2 kilometri di distanza dal centro Hub”.

Dopo la spiegazione scientifica, i cinque neurologi spiegano il perchè la “sovrapposizione” di strutture sarebbe un grave errore: “La rivoluzione della terapia dell’ictus ischemico ha inizio sicuramente nel 2015, quando è stata dimostrata scientificamente la validità dell’efficacia della disostruzione delle arterie cerebrali per via endovascolare per gli ictus gravi, possibile nella nostra regione solo al Policlinico Universitario di Messina che è fornito di un servizio H24 e 7 giorni/7 di neuroradiologia interventistica. Si pensi, ad esempio, che nei primi sei mesi del 2017 ben il 70% dei pazienti trattati per riperfusione è stato sottoposto a procedure neuroradiologiche e interventistiche endovascolari (e non un’esigua minoranza come qualche politico ha tenuto a sottolineare). Questo dato può o no giustificare la nostra seria preoccupazione per la salute pubblica? Per ogni ora di ritardo muoiono circa 120 milioni di neuroni (32.000 al secondo!). La gestione del paziente con ictus ischemico è tempo-dipendente; il percorso diagnostico-terapeutico richiede interventi multidisciplinari non presenti nella struttura del Piemonte. Il paziente portato il più presto possibile presso il Policlinico – che possiede tutte le specialità – riceve il trattamento più appropriato ed efficace non solo in termini di sopravvivenza ma anche di prevenzione di grave disabilità”.

Per finire, la dichiarazione di distensione, soprattutto nei confronti dei medici del neurolesi, tirati loro malgrado dentro la polemica: “A chiarimento della nostra posizione ci teniamo ad affermare che non abbiamo alcun pregiudizio verso i colleghi dell’IRCCS di cui apprezziamo la professionalità, ma parlare di una nuova Stroke Unit a così poca distanza da quella del Policlinico ci sembra non razionale. E per quanto questa nostra affermazione abbia potuto infastidire qualcuno, è nostra responsabilità, da medici e da cittadini, ricordare a tutti che di sanità si parla confrontandosi con chi opera nel settore da anni al fianco di chi combatte con la malattia. Per questo motivo a rimanere ancora una volta sorpresi siamo proprio noi. Attaccati – da chi dovrebbe rappresentare tutti – con parole offensive ed ancora una volta incomprensibili. Non sarebbe più utile per tutti – ci permettiamo di ribadirlo ancora una volta – sedersi intorno ad un tavolo e dare voce a soluzioni logiche e basate su una approfondita conoscenza del problema, nell’interesse dei cittadini tutti?”

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