MESSINA. Quella “stroke unit” all’ospedale Piemonte non è solo inutile, è pericolosa. Parola di neurologo. Cinque, per l’esattezza, che lanciano l’allarme su una scelta le cui conseguenze, sostengono, non sono probabilmente state ben ponderate.

I rappresentanti dell’IRCCS Neurolesi-Piemonte hanno annunciato la futura apertura di una Stroke Unit. Immediatamente gli uomini della politica hanno sostenuto a gran voce questa iniziativa, ritenendola una grande conquista per la città di Messina. A questo punto, sbalorditi perché certi dell’assoluta inutilità di questo progetto che è tra l’altro dannoso e comporterà uno spreco di denaro pubblico, informarmiamo la cittadinanza di ciò che è reale: l’apertura di una Stroke Unit al Piemonte è una scelta assurda”, scrivono gli ordinari di Neurologia dell’Università di Messina Paolo Girlanda, Rosa Musolino, Andrea Toscano e Giuseppe Vita, e l’ordinario di Neuroradiologia Marcello Longo. Perchè questa presa di posizione?

“Nel territorio nazionale la rete Stroke è costituita da centri Hub (centri principali) e centri Spoke (centri periferici). Questi sono regolamentati in modo tale che le unità Spoke siano allocate perifericamente al centro Hub di riferimento, in relazione ai tempi di percorrenza, per coprire in modo uniforme il territorio. Il Decreto Balduzzi infatti prevede la creazione di un centro Hub ogni milione di abitanti e un centro Spoke ogni 250.000 abitanti – spiegano i cinque professori – Dal febbraio 2014 – sia per la città di Messina che per la provincia – è attivo un percorso assistenziale di centralizzazione dei pazienti, regolamentato da una procedura inter-aziendale per l’ictus, in cui sono coinvolti il 118, tutte le strutture di Pronto Soccorso della provincia, la Stroke Unit e la Neuroradiologia del Policlinico e che ha permesso di raggiungere obiettivi molto rilevanti. Il centro Hub del Policlinico – continuano – è operativo in tutte le sue componenti 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana, garantendo il trattamento riperfusivo con trombolisi endovenosa e/o il trattamento endovascolare nel 100% dei casi attesi, di cui il 60% proveniente dalla provincia”.

In sostanza, il Centro Hub del Policlinico ha ricevuto e trattato tutti i pazienti della provincia di Messina che necessitavano di trattamenti, come quelli della neuroradiologia interventistica, che solo lì potevano trovare.

Quello che è stato descritto come un successo è l’eventuale apertura di un’altra Stroke Unit, a due chilometri dal Policlinico (questa la distanza tra il Piemonte e l’AOU ! ). Il rischio è quello di rallentare gli interventi necessari sui pazienti che in molti casi si ritroverebbero sul Viale Europa solo per poi spostarsi obbligatoriamente al Policlinico. Ciò comporterebbe gravissimi rischi per la vita del paziente, perché le procedure terapeutiche sono tempo-dipendenti. Ecco perchè un’altra Stroke Unit in città è assolutamente inutile e rappresenterebbe, se realizzata, solamente un ennesimo spreco di denaro pubblico”, concludono.

Infine, un “sassolino dalla scarpa”: Da tempo – troppo – sentiamo parlare con ingiustificata enfasi della nascita a Messina di un “polo di Neuroscienze” come se non esistesse da decenni, nella nostra Università, una scuola di Neurologia che ha raggiunto e consolidato livelli di eccellenza in numerosi settori nel campo dell’assistenza e della ricerca scientifica e che affronta quotidianamente i temi di cui i nostri rappresentanti politici regionali e nazionali disquisiscono. Per parlare di Sanità, è necessario informarsi con attenzione – sin dalla fase di programmazione – su ciò che concretamente già esiste, cercando un confronto con tutte le parti che possono davvero aiutare a trovare le soluzioni più opportune. Soluzioni che realmente migliorino l’offerta assistenziale, senza sprechi né inutili doppioni”.

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