MESSINA. Da un lato c’è un immobile, la vecchia sede dell’Anffas, inutilizzato, bello grande, con spazi circostanti. Inutilizzato. Dall’altro ci sono famiglie che una casa non ce l’hanno, non ce l’hanno più o non l’hanno mai avuta. Sabato, sei di queste famiglie, quindici bambini e una donna in stato di gravidanza, l’ex sede dell’Anffas l’hanno occupata, e ribattezzata per l’occasione “Bouganville Occupata”.

Un problema che in città sta diventando un’emergenza. “I nuclei coinvolti nell’occupazione rappresentano una goccia nell’oceano del malessere abitativo cittadino”, spiegano dal Fronte Popolare Autorganizzato, un sindacato di base, federato del Si Cobas (storicamente impegnato nella logistica), che a Messina conduce lotte per il diritto alla casa. “Sono infatti solo un ristrettissimo campione di famiglie operaie colpite pesantemente dalla ormai decennale crisi economica, caratterizzate da salari bassissimi e irregolari, poste sotto sfratto e perennemente esposte al dilemma tra un affitto da pagare o il cibo da mettere a tavola. Messi dinanzi all’insufficienza delle politiche sociali, ai limiti del mercato immobiliare e alle lentezze dell’edilizia popolare, questi nuclei non hanno avuto altra scelta che occupare uno dei tanti stabili comunali inutilizzati”.
 Con una differenza, rispetto ad operazioni simili: “Tale occupazione non costituirà un’appropriazione. Al contrario, mira a lasciare gli spazi verdi circostanti aperti alla fruizione pubblica e, in particolare, degli abitanti del quinto quartiere. Il gruppo di famiglie, da sabato al lavoro, intende infatti fare godere la cittadinanza dei luoghi liberati, invitando la cittadinanza e i propri figli ad avvicinarsi e a considerare gli spazi come propri”.
“Il progetto sociale della Bouganville Occupata – determinato dalla mancanza di alternative e dall’insostenibilità dei tempi burocratici – si fonda sull’Autorecupero e sul lavoro degli occupanti. Non costituisce un costo per la comunità e non interferisce con le graduatorie per gli alloggi popolari”, ci tengono a specificare gli aderenti al Fronte. “La sua forma irregolare, se non illegale, è il risultato obbligato di una crisi strutturale e di un caro alloggi che non trova sbocco né nel mercato immobiliare privato né nell’offerta pubblica. “E la legalità formale – pur se auspicabile e ricercata da queste famiglie di lavoratori poveri – non è purtroppo compatibile con la giustizia sociale e sostanziale”.
Da oggi gli occupanti si costituiscono nel  Comitato “Bouganville Occupata” ed  esortano  il Comune di Messina a volere concedere l’allaccio delle utenze (a carico delle famiglie) e a volere facilitare il processo di insediamento che alleggerisce – sia pure di pochissimo – il carico dell’ente locale. Tutto ciò anche in ragione della natura “aperta” dell’iniziativa, che prevede la creazione di un “orto sociale” di un Gattile Pubblico Autogestito e di un parco aperto a beneficio della cittadinanza e dei bambini. L’iniziativa sarà presentata venerdi 30 giugno un’assemblea pubblica 17.30 ed una  cena preparata  dagli abitanti che inaugura una cassa di resistenza per autofinanziare l’ autorecupero e l’ autogestione della Bouganville.
A livello locale il Fronte Popolare Autorganizzato è impegnato in vertenze collettive a favore degli inquilini delle case popolari di Zafferia, di Fondaconuovo e di una miriade di situazioni particolari che caratterizzano famiglie impoverite dalla crisi economica e dalla crisi occupazionale. La “filosofia”  consiste nel supplire ai bisogni attraverso l’autorappresentanza e l’impegno diretto dei soggetti portatori di bisogni. Il Fronte Popolare Autorganizzato supera il modello tradizionale, quello della “triplice” (Cgil-Cisl-Uil), perché non è dotato di una burocrazia e di organi verticistici e decisionali, ma basato su un metodo assembleare e partecipativo.
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