VULCANO. Non sembra placarsi l’intensa attività che sta coinvolgendo da venerdì mattina Vulcano, inattivo da ben 133 anni (l’ultima eruzione si è registrata nel 1888). Dopo i primi insoliti fumi fuoriusciti dal cratere nella notte tra giovedì e venerdì, è stato ufficialmente dichiarato dal Dipartimento di Protezione Civile lo stato di allerta gialla per il vulcano dell’Isola. 

“D’intesa con la struttura della protezione civile della Regione Siciliana e con il parere concorde della Commissione per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi – si legge in una nota della Protezione Civile- il Dipartimento ha valutato che le variazioni significative di diversi parametri del monitoraggio vulcanico, rilevate nelle ultime settimane dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-INGV e dall’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente CNR-IREA, rendono necessarie alcune misure e iniziative aggiuntive per la gestione del rischio sull’isola.”

“In particolare- continua- il livello di allerta ‘giallo’ determina, tra le altre cose, il potenziamento delle attività di monitoraggio e sorveglianza vulcanica. Le strutture di protezione civile della Regionale Siciliana e del Comune di Lipari sono state già attivate in tal senso per adottare tutte le iniziative necessarie.”

“Grazie all’efficiente integrazione della comunità scientifica nel sistema di protezione civile, oggi possiamo contare su sistemi di monitoraggio e sorveglianza vulcanica che ci consentono di seguire con grande attenzione l’evoluzione dell’attività dei nostri vulcani attivi- ha dichiarato Fabrizio Curcio, Capo del Dipartimento della protezione civile- Ed è quello che stiamo facendo a Vulcano. Con il livello di allerta ‘giallo’ (cui possono seguire l’arancione e il rosso oppure il rientro al livello ordinario verde) è molto importante che ci sia una piena consapevolezza del rischio, senza allarmismi, ma con grande responsabilità.”

I livelli di allerta istituiti dal Dipartimento della Protezione Civile in accordo con la Regione Siciliana e con il supporto dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), servono a consentire una pianificazione di emergenza relativa al rischio vulcanico e si dividono in: verde, gialla, arancione, rossa, in base alla possibilità di eruzione.

“Nel corso dell’estate, ed in particolare a partire dal mese di settembre- è stato commentato dall’INGV-  i sistemi di monitoraggio hanno messo in evidenza la variazione di alcuni segnali geofisici e geochimici registrati sull’Isola, con attenzione quelli legati all’attività del sistema idrotermale che alimenta le fumarole del cratere della Fossa. In particolare la temperatura dei gas emessi dalle fumarole sull’orlo craterico è aumentata e la composizione dei gas mostra un aumento di CO2 e SO2 (anidride carbonica e anidride solforosa). Anche la microsismicità locale legata alla dinamica del sistema fumarolico ha mostrato un aumento nelle ultime settimane.”

Dall’aumentare del fumo, lo scorso 1 ottobre, l’INGV ha provveduto a potenziare le reti di monitoraggio e sorveglianza e in questi giorni, l’Osservatorio Etneo ha installato nuove stazioni sismiche a integrazione di quelle esistenti sull’isola, predisponendo anche la messa in opera di una telecamera termica che inquadri l’area fumarolica del cratere.

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, intanto è costantemente informato dalla Protezione civile regionale sulla situazione dell’isola. La Protezione civile regionale, guidata da Salvo Cocina, a fini precauzionali supporterà il Comune di Lipari per aggiornare le procedure di emergenza e il piano comunale di protezione civile, verificare la funzionalità dei moli e delle aree di protezione civile.

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