VERONA. Saranno 152 le aziende siciliane che parteciperanno all’edizione 2017 di Vinitaly, inaugurata ieri a Verona e in corso fino al 12 aprile. Una presenza in aumento (l’anno scorso erano 130) che vede in testa le aziende della provincia di Catania, con oltre 45 presenze (30,4%), seguite da quelle nel Trapanese (39), Palermo con 22, Messina con 15, Ragusa con 12, Agrigento con 7, Siracusa con 6 e infine Caltanissetta con 2. Presenti in fiera, inoltre, anche 16 aziende produttrici di olio.
Ad ospitare i produttori siciliani sarà il Padiglione 2, con un’estensione di 3.200 metri quadrati, che si presenta come uno dei più interessanti della proposta fieristica. Fra gli eventi in programma: degustazioni con 36 etichette selezionate di Grillo e Cerasuolo di Vittoria; l’attesissimo confronto tra vini dell’Etna e Barolo (martedì 12, con prenotazioni già esaurite); la presentazione del treno dei vini dell’Etna; vari appuntamenti dedicati ai vini dolci come Passito di Pantelleria, Malvasia e Marsala; riconoscimenti alle startup del vino e dell’olio; premi agli ambasciatori del vino siciliano nel mondo e la presentazione del volume “Identità e ricchezza del vigneto in Sicilia”, oltre ad una degustazione di vini sperimentali promossa dall’Irvo.
La giornata di apertura ha ospitato ieri mattina, al Palaexpo, l’evento “Etna, i Vini Imperdibili”, con la degustazione esclusiva di 13 etichette, mentre al “Palcoscenico Sicilia” spazio a varie degustazioni, fra le quali “Grillo, il bianco che non t’aspetti”, in cui sono stati proposti 13 vini di annata 2016, e la conferenza “È ancora la Sicilia di una volta?” con gli interventi di Gaetano Savatteri e Antonello Cracolici.
«Fino a una decina di anni fa – ha spiegato l’assessore regionale – il settore vitivinicolo siciliano era caratterizzato da appena un centinaio di cantine sociali che ammassavano uva per tagliare i vini prodotti altrove. Adesso contiamo su record di export con circa 800 cantine che imbottigliano ed esportano, e circa 60 cantine sociali che a loro volta si sono aperte alle nuove esigenze del mercato».
«Il nostro settore agroalimentare da due anni registra tassi crescita a due cifre – continua Cracolici – e il vino guida questo trend di sviluppo straordinario. Abbiamo impostato la nuova programmazione comunitaria ribaltando la vecchie dinamiche dello scorrimento e dei contributi a pioggia. Verranno finanziate le aziende capaci di fare qualità e di stare sul mercato. Chi saprà aggregarsi riceverà più risorse. Il bando della misura 4.1 sugli investimenti si chiuderà domani. Finora sono state presentate più di 2000 richieste di finanziamento, a fronte di 1.200 domande presentate nell’ambito dello stesso bando nella vecchia programmazione. Dobbiamo uccidere il ‘gattopardo’ per liberare le ali del nostro sviluppo a dare pieno sfogo alle nostre vere potenzialità».