MESSINA. Secondo il consigliere comunale del Pd Alessandro Russo, il comune di Messina ha deciso di ricorrere al Cga contro la sentenza del Tar di Catania che aveva confermato, rigettando un primo ricorso sempre promosso dall’Amministrazione comunale, il vincolo storico-artistico posto su Villa Pugliatti e sul fondo agricolo pertinente dalla Soprintendenza di Messina. Russo, che all’indomani della sentenza del tar aveva scritto all’amministrazione per chiedere di non proporre ricorso al Cga, oggi scrive per domandare il perchè della decisione.
“Al di là del merito del ricorso presentato negli scorsi giorni, emerge come seppure in una fase di progettazione di massima, il Comune intenda travolgere per intero il vincolo che protegge il fondo agricolo e agrumario di Villa Pugliatti piuttosto che ipotizzare, stante il primo livello della progettazione, soluzioni alternative e altrettanto utili a contemperare sia la realizzazione della piastra logistica che la difesa dell’ultimo grande spazio a verde residuo nell’intero territorio compreso tra Contesse e Pistunina. In particolare – spiega Russo – ci si domanda come mai non siano state in fase di progettazione di massima studiate ipotesi progettuali alternative, inglobando ad esempio gli spazi ex industriali e in disuso posti più a nord dell’agrumeto di Villa Pugliatti, consentendo di limitare l’impatto completo sul fondo agrumario e consentendo anche la sua sopravvivenza contestuale con la realizzazione della piastra logistica. Sono state valutate ipotesi alternative a questa unica e quasi obbligata progettazione di massima? C’è evidenza di studi alternativi in fase di progettazione?”, domanda il consigliere.
“Alla luce dello stato dei luoghi, è certamente ipotizzabile ritenere che altri spazi e altri modi di progettazione avrebbero consentito la tutela dell’agrumeto, pur non bloccando la progettazione della piastra logistica. Orbene – prosegue il democratico – non più lontano di 3 anni fa, il candidato sindaco Basile visitava i luoghi dell’agrumeto di Villa Pugliatti scongiurando dinanzi ai cittadini di Pistunina che il progetto di realizzazione di un deposito GNL, che al tempo l’Autorità Portuale di Messina stava ipotizzando proprio in quel fondo agrumario, sarebbe mai stato eseguito proprio perché – a suo dire – quello spazio costituiva l’unico vero e superstite spazio a verde dell’intero quartiere. Testimonianza tutelata di architetture che datano addirittura ad alcuni secoli fa e di tecniche di coltivazione e lavorazione degli agrumi che la Soprintendenza ha tenuto a tutelare. Cosa è cambiato, in 3 anni, nelle opinioni di Basile? Perché allora, in campagna elettorale, difendeva quell’importante polmone verde e ora invece spinge per il ricorso al CGA contro la sua sopravvivenza?”.
“Ancora. Le attuali previsioni di traffico sullo Stretto, che da anni sono in costante calo – come i dati ufficiali testimoniano – giustificano ancora un’estensione della piastra logistica così estesa? E’ stato mai dato mandato di verificare ai dati di traffico attuali se le dimensioni della piastra progettata siano effettivamente necessarie? Appare tutto molto grottesco e preoccupante. Addossare ai soli privati, che per una volta rara nella vicenda amministrativa di Messina non propongono nuova cubatura in un quartiere totalmente snaturato dal cemento, bensì la tutela di preziosi spazi di verde e l’architettura di antiche testimonianze, la responsabilità di volere “bloccare” l’iniziativa della piastra logistica è fuorviante e molto preoccupante politicamente. Non sappiamo che cosa il CGA deciderà nei prossimi mesi. E’ certa una cosa, però: questa città sta ancora una volta scegliendo di eliminare testimonianze preziose del suo passato, giustificando tutto con il trito ritornello dello sviluppo. Una scelta incomprensibile e non condivisibile che, peraltro, stante la sua delicatezza sulle ripercussioni urbanistiche avrebbe probabilmente meritato un approfondimento in Consiglio comunale”, conclude Alessandro Russo.



