Della settecentesca villa De Gregorio, i cui ruderi s’affacciano spauriti sul viale Giostra alto, annegati nelle erbacce e nel pattume, ben poco a quanto pare importa alle istituzioni e agli enti competenti. È, Messina, un esempio direi unico di città immaginaria che viene evocata ogni volta che ci si accorge che qualcosa non funziona e allora bisogna ricorrere alla fantasia per risolvere il problema.

E la fantasia, nel caso in questione, è stata, qualche anno addietro, l’idea di realizzare un grande Parco Urbano grazie al quale l’Istituto Autonomo Case Popolari avrebbe adeguatamente riqualificato villa De Gregorio nel cui contesto, come è noto, sorge un Ficus Magnoloides, per pregio, in Italia, secondo soltanto a quello che si può ammirare nel Giardino Botanico di Palermo.

Dal 2012 a oggi però, malgrado l’ambizioso progetto per il quale era stata stanziata una somma superiore al milione di euro, nulla di tutto questo è stato ancora realizzato. I cantieri sono in atto fermi e il degrado continua indisturbato a flagellare una porzione di periferia urbana che sembra irrimediabilmente condannata all’emarginazione più sconsolante.

Di recente, il consigliere comunale Daniele Zuccarello e il presidente dell’Archeoclub di Messina Francesco Tirrito hanno risollevato il problema, sottolineando la grande attrattiva culturale e turistica che rappresenterebbe il restauro di quanto rimane della storica struttura. Una struggente rievocazione ne fa Pasquale Salvatore nel 1946 sulle pagine del Notiziario di Messina, immaginando villa De Gregorio nel pieno del suo splendore.

La riqualificazione di viale Giostra, che nei secoli passati era teatro di scalpitanti tornei cavallereschi il cui pubblico era rappresentato dalla nobiltà parata a festa del tempo, non può non passare dal recupero di uno dei suoi reperti storico-architettonici più significativi.

 

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Sergio Todesco
Sergio Todesco
12 Aprile 2018 18:25

Purtroppo anche ai nostri giorni la zona è teatro di scalpitanti tornei cavallereschi!