MESSINA. La magnificenza del Monte di Pietà all’apice del suo fulgore, prima che la furia di due terremoti (e dei bombardamenti) ne segnasse la sorte. A ricostruire in un breve “reel” (clicca qui per vederlo) il monumento è l’architetto messinese Luciano Giannone, del dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, autore del progetto “Messina nel 1780, viaggio in una capitale scomparsa”: una sorta di “portale temporale” grazie al quale è possibile immergersi nella ricostruzione virtuale della Messina precedente al terremoto del 1783, passeggiare per le strade dell’epoca e osservare angoli sconosciuti, ammirando a 360° tutto ciò che la furia di due terremoti ci avrebbe poi sottratto.

Il breve filmato (parte dell’ampio lavoro dell’architetto) mostra la struttura di via XXIV maggio, con l’annessa Chiesa di Santa Maria della Pietà (ex chiesa di San Basilio), edificio di culto che era ubicato sulle pendici di Rocca Guelfonia, e di cui adesso permangono solo i ruderi delle mura perimetrali, il primo ordine della facciata e la scenografica scalinata.

L’edificazione del Monte di Pietà è strettamente connessa alla storia della Nobile Arciconfraternita degli Azzurri, nata il 10 marzo 1545 con l’obiettivo di confortare, accompagnare e assistere i condannati alla pena capitale, affinché non fossero dileggiati dalla plebe durante il percorso al patibolo. Nel 1581 la Confraternita fece realizzare un primo Monte di Pietà per aiutare i bisognosi, esercitando il credito su pegno con un basso tasso d’interesse, mentre l’edificazione della struttura attuale ebbe inizio il 30 luglio 1616 su progetto dell’architetto messinese Natale Masuccio (1561 – 1619). Nel 1741, in occasione del duecentesimo anniversario della fondazione della Confraternita, nell’ampio cortile esterno venne costruita la monumentale scalinata scenografica, con movimenti concavo-convessi, realizzata in soli tre mesi su progetto dell’architetto Antonino Basile e del pittore Placido Campolo. Sul primo ripiano della scalinata fu collocata la fonte marmorea con statua muliebre raffigurante la Pietà e intesa anche dell’”Abbondanza”, opera di Ignazio Buceti. Danneggiato nei terremoti del 1783 e 1908, oltre che dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, il complesso architettonico è stato restaurato negli anni Ottanta del Novecento. (Fonti storiche dal sito VisitMe)

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