MESSINA. Dopo la netta spaccatura della città sulla opportunità di dare seguito al progetto ideato nel 2009 ed alla fine approvato nel 2018 dalla soppressa Autorità Portuale di Messina che prevede la ricostruzione dell’edificio nella stessa posizione di quello preesistente disposto longitudinalmente alla linea di costa ritenuto troppo impattante dal punto di vista della fruizione della vista del mare, e nello stesso tempo non si era manifestata alcuna  preferenza a conservare in tutta l’area oggetto di intervento la funzione per uffici/terziario preferendo quelle previste dal nuovo Piano regolatore e cioè quelle culturali, ricreative e turistiche, l’Ente ha deciso di non ricostruire il teatro in fiera, lasciando libero il waterfront.

L’Autorità di Sistema Portuale, infatti, prendendo atto che dopo le esclusioni disposte per diverse ragioni dei primi due RTI nella graduatoria di gara non è stato possibile aggiudicare l’appalto nemmeno alla terza classificata, che ha ritenuto i prezzi di contratto non più remunerativi alle attuali condizioni del mercato dei materiali e dei lavori, ha disposto nei giorni scorsi la revoca della procedura di gara ritenendo a questo punto il progetto non più sostenibile dal punto di vista economico per le imprese di costruzione che vi avevano partecipato.

L’Ente avrebbe potuto procedere all’aggiornamento dei prezzi ed alla pubblicazione di una nuova gara di appalto confermando la volontà di realizzare l’opera progettata e già provvista di tutte le autorizzazioni necessarie ma ha ritenuto che questo sarebbe andato in conflitto con le aspettative diffuse emerse durante il confronto con la cittadinanza e preferito lasciare al concorso di progettazione, che si svilupperà nei prossimi mesi, valutare sia la posizione che la destinazione funzionale del volume edilizio da ricostruire nell’ambito della complessiva riqualificazione di tutta l’area.

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