MESSINA. L’Aula Magna del Padiglione E dell’ AOU “G. Martino” ha ospitato la presentazione dell’avvio delle attività del ciclotrone, una macchina in grado di accelerare particelle nucleari che vengono poi inviate su un bersaglio che produce atomi radioattivi utilizzati per la sintesi di radiofarmaci ad uso clinico e per la ricerca: si estende in profondità per 20 metri, ben oltre le fondamenta dell’edificio, per avere stabilità contro le oscillazioni.

“La giornata di oggi – ha commentato il Rettore Salvatore Cuzzocrea – testimonia che con il lavoro e la voglia di fare si possono ottenere grandi traguardi. Il ciclotrone è finalmente avviato e siamo riusciti nell’intento di sconfiggere un problema su un progetto che sarebbe dovuto partire nel 2015, con tanto di inaugurazione nel 2016. Da allora ad oggi, il Policlinico in realtà ha dovuto sostenere i costi di circa 700 mila euro l’anno per acquisto di radiofarmaci, da ora non solo non dovrà più farlo ma potrà anche rivenderli a terzi a beneficio dei pazienti e dell’intera struttura. L’Università di Messina è alla svolta, sta cambiando il suo volto scalando le classifiche che la proiettano ad essere il primo Ateneo in Sicilia. Risultati come quello odierno sono dettati da numerosi investimenti che l’Ateneo ha intrapreso, anche, per il suo Policlinico. L’attuale amministrazione ha dimostrato di credere nel futuro e di volerlo fare dando fiducia ai giovani attraverso oltre, ad oggi, 1000 procedure concorsuali e 600 nuovi docenti. UniMe ha cambiato il suo volto a livello nazionale ed internazionale ed anche questo Policlinico deve camminare sempre più veloce se vuole stare al passo dell’Università e di un mondo moderno. Può riuscire in questa sfida e l’Ateneo sarà sempre al suo fianco come dimostrato con l’inaugurazione e l’avvio del Ciclotrone“.

Cuzzocrea ha reso i meriti dell’operazione all’ex rettore Franco Tomasello, intervenuto alla presentazione: il progetto del ciclotrone nasce nel 2012 e si sarebbe dovuto concludere nel 2015, al costo di dieci milioni di euro. Con un milione è stato realizzato il laboratorio di diagnostica nucleare ( sotto il rettorato di Tomasello). La Pet (Tomografia ad Emissioni di Positroni) è stata conclusa nel 2016, “ma senza collaudo tecnico e amministrativo, solo funzionale”, sottolinea Cuzzocrea. “Abbiamo applicato una penale del 10% all’impresa costruttrice, in virtù del grosso ritardo registrato e oggi possiamo inaugurare la struttura completa”, conclude il rettore.

“Oggi è un giorno storico per la Medicina nucleare del Policlinico universitario di Messina che può, finalmente, presentare il risultato di un intenso lavoro di squadra. Il Ciclotrone – ha detto Sergio Baldari – è una struttura estremamente importante ed appositamente allocata in ambiente protetto. La sua tecnologia è capace di sviluppare gli isotopi radioattivi che rappresentano il percorso iniziale per la produzione dei radiofarmaci destinati alla diagnostica PET. In particolare, il ciclotrone si caratterizza per essere un vero e proprio acceleratore di particelle ed al suo interno i protoni vengono accelerati, progressivamente, sino ad interagire su un target stabile per produrre i diversi radioisotopi. Tra questi vi è, anche, il Fluoro 18 che è il più diffuso in ambito medico per la diagnostica tomoscintigrafica. Con i meccanismi tecnologici del Ciclotrone, il Fluoro 18 può essere lavorato ed utilizzato per produrre il farmaco più idoneo da somministrare al paziente”.  

Sulla “tenzone” per l’inaugurazione del 2016, citata da Cuzzocrea come parziale, è intervenuto l’ex rettore Pietro Navarra. “Parlammo di “avvio delle attività della nuova apparecchiatura PET TC”, acquistata insieme al Ciclotrone. Tutto ciò – fu detto anche questo – come tappa di un percorso avviato dal prof. Francesco Tomasello, a cui andava il merito di avere intercettato il finanziamento, e nella logica di una continuità amministrativa che caratterizza l’agire di ogni pubblica amministra∑ione. Il prof. Cuzzocrea, da Prorettore alla Ricerca, avallò anche il capitolo dedicato alla sua delega, nel report che ogni fine anno preparavamo per riassumere alla comunità accademica le azioni di Governo, nel quale si ribadiva l’avvio di un nuovo modello, che iniziava proprio dall’entrata in funzione della PET TC nella fase diagnostica. Eppure, il mio mandato da Rettore è sempre stato caratterizzato da un confronto continuo con tutte le componenti della squadra, ma evidentemente allora il prof. Cuzzocrea non riscontrò nulla di anomalo in quella inaugurazione.

Il Ciclotrone, che nell’ambito del processo produce il radiofarmaco sulla base dei dati diagnostici, avrebbe dovuto entrare in funzione in una fase successiva. Nel restante anno del mio mandato non avvenne, per problemi legati soprattutto al profilo sanitario e non a quelli più specificamente universitari. Tuttavia, trovo assolutamente normale che la successiva amministrazione abbia ora ultimato questo percorso. D’altronde, ciò che io non ero riuscito a fare in poco più di un anno, la messa in funzione del Ciclotrone, il prof. Cuzzocrea l’ha fatto in cinque anni e mezzo”.

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