MESSINA. Una cinquantina di torrenti sono ridotti a discariche, intervenga la Regione. E alla svelta. E’ questo, fuori dal burocratese, il contenuto dell’ordinanza che il sindaco Renato Accorinti ha fatto recapitare a Dorotea Di Trapani, dirigente generale del dipartimento regionale allo Sviluppo rurale e territoriale.
Perchè Accorinti si rivolge alla Regione, dopo il battibecco via ordinanze con l’ingegnere capo del Genio civile Leonardo Santoro di qualche settimana fa su un argomento pressochè uguale? Perchè nei mesi scorsi ci sono state riunioni, note e scambi epistolari in cui da Palazzo Zanca si era sollevato il problema. Un primo protocollo, datato 10 febbraio, col quale l’assessorato regionale confermava le competenze regionali in materia di cura e pulizia del demanio sui torrenti, e poi una serie di note trasmesse all’Ufficio per il territorio di Messina, e a dipartimenti e assessorato Palermitani in cui si evidenziava la necessità di interventi urgenti di bonifica, l’ultima delle quali inviata il 14 marzo.
Note alle quali, si legge nell’ordinanza, non è stato dato alcun seguito. “”Ad oggi non è pervenuta alcuna comunicazione sulla programmazione degli interventi”, lamenta il dirigente Natale Castronovo. Quanto basta perché, passato un mese, si arrivasse all’ordinanza, in cui Accorinti “ordina” a Dorotea Di Trapani di “dare immediate disposizioni agli uffici regionali preposti, per la redazione di un relazione dettagliata sullo stato dei torrenti ricadenti nel territorio di questo Comune”.
Da Palazzo Zanca anche un’avvertenza: “in caso d’inottemperanza il destinatario della presente sarà deferito all’autorità giudiziaria”. Quanto tempo ha il dipartimento per mettersi a lavoro? Poco. Un mese per la relazione, quindici giorni per dare “immediate disposizioni” per l’esecuzione dei lavori, e tre mesi massimo per eseguirli.