«Un evento di questo tipo – spiega il consigliere – porta una ricaduta economica di grande portata su tutto il territorio, considerando i 40mila spettatori attesi (dei quali 21 mila già in possesso di biglietto), i circa 800 lavoratori messinesi impegnati nell’organizzazione e le circa 30 ditte messinesi coinvolte per gli allestimenti, senza dimenticare le oltre 1.200 prenotazioni negli alberghi messinesi, i canoni concessori previsti dalla concessione dello Stadio e l’impatto mediatico sull’immagine della città. Alla luce delle inevitabili conseguenze della pandemia, e della crisi che ne seguirà, Messina non può permettersi in alcun modo di rinunciare a eventi di questa portata. Per questo appare davvero incomprensibile come non venga dato alcun riscontro scritto, ufficiale ed esaustivo, all’istanza, e vengano contemporaneamente fatte dichiarazioni pubbliche sui media locali che non aiutano di certo le decine di migliaia di persone e le centinaia di lavoratori e aziende in attesa di risposte e certezze. Riteniamo che in questo periodo emergenziale, fra le istituzioni e gli imprenditori debba istaurarsi un clima di maggiore collaborazione, come sta avvenendo in tutta Italia e in tutti i comuni siciliani, Messina esclusa. Vogliamo pensare che la mancanza di riscontro scritto sia frutto dei mille problemi che l’emergenza in atto comporta, e che le dichiarazioni pubbliche siano frutto di un malinteso».
Sotto la lente del consigliere, che a più riprese ha contestato l’operato dell’Amministrazione e dell’assessore al ramo Pippo Scattareggia, anche il contenzioso in atto fra il Comune di Messina e la società “Musica da bere” in merito all’affidamento dello stadio all’Acr Messina, e la più volte annunciata e sempre procrastinata pubblicazione di un Bando per la gestione pluriennale del “Franco Scoglio”: «Un iter – commenta – che avrà certamente tempi lunghi e un esito incerto. In attesa di “Godot”, lo stesso bando potrebbe di certo avere un maggiore “appeal” portando in dote un paio di Grandi Eventi già programmati, con condizioni e canoni certi e determinati, ovviamente a fronte di una struttura completamente agibile. Altre amministrazioni, come quella di Acireale – conclude Argento – hanno già posticipato di un anno i grandi eventi, mentre a Messina corriamo il rischio di mettere a repentaglio un evento da 8.500.000 di euro, compromettendo per di più i rapporti con le società che si occupano dell’organizzazione dei concerti, che con la Città non vorranno più avere a che fare».