A giudicare da quanto ci dicono i Veda, il nostro tempo sarebbe il Kali Yuga, l’ultimo dei quattro yuga o periodizzazioni epocali, le cui caratteristiche sono la barbarie, la povertà spirituale, la conflittualità permanente. Alla sua fine (ma ce ne vuole ancora! Iniziato nel 3102 a.C., esso dovrebbe durare 432000 anni, quindi concludersi nel 428898 d.C…) il mondo, ci assicurano gli Indù, ritroverà nuovo inizio con una nuova età dell’oro.

Io, che induista non sono, non arrivo a scomodare queste metafisiche raffigurazioni cronologiche, ma nel mio piccolo scorgo analoghi segni di oscurità, di barbarie, di miserie spirituali nel povero tempo che la nostra povera modernità, il nostro povero Paese ci presentano. E provo a darne qui qualche esempio.

Pressoché tutti i giornali ci descrivono le manovre che l’ex Cavaliere, già “caimano” ora promosso a patriota, sta compiendo per convincere molti parlamentari a votarlo come Presidente della Repubblica. Li chiama, li blandisce per indurli a preferirlo nella lotteria che da qui a poco si aprirà in Parlamento, con i solidi argomenti di uno che possiede quindici reti televisive, testate giornalistiche, agenzie di stampa, banche, finanziarie, case editrici.

Il bello è che quasi tutta la stampa (tranne qualche lodevole eccezione) descrive queste manovre  come se si trattassero di cosa normale, già nota da tempo e metabolizzata nel quadro degli orizzonti etici condivisi. Una cosa insomma della quale è perfino segno di ingenuità mostrar di menare scandalo rispetto alle azioni dell’uomo che da oltre trent’anni esibisce sfacciatamente un conflitto di interessi mostruoso, mai visto nella storia repubblicana.

Lasciamo stare Berlusconi, che nonostante la sua attuale ritrovata vitalità (pronta a rientrare laddove si profili all’orizzonte una citazione in tribunale) a me pare ormai un dead man walking il cui fatale sgretolamento è imminente, e dirigiamoci verso altre vicende di barbarie diffusa.

C’è che alcuni balordi si recano nottetempo alla Scala dei Turchi, quella meraviglia della natura esistente nel territorio di Porto Empedocle, e così, senza motivo, ne imbrattano le candide falde con vernice rossa e polvere da intonaco ricavata da ossido di ferro. Verrebbe da dire: un lavoro da imbianchini, che quell’imbianchino di Hitler non avrebbe potuto far meglio.

Bene, accade poi che i balordi, pare si tratti di due personcine, vengono individuati, e che uno di essi (toh, un imbianchino!) risulti essere un pregiudicato che ha nel suo palmares attentati (mica da ridere, facendo esplodere bombole di gas) alla metropolitana di Milano e alla Valle dei Templi di Agrigento, nonché un’azione analoga di scempio condotta sulla marna di Punta Bianca.

A me, come credo a tutti, viene da chiedere: ma che tipologie di valori albergano nella testa e nel cuore di costui? Pare che sia una sottospecie di fondamentalista, da vent’anni plagiato chissà da chi e indotto a muovere una sua personale guerra santa contro l’Occidente. Ma intanto se la prende con i beni culturali, contro i patrimoni dell’umanità. Ditemi voi se questa non è barbarie. Proprio alla Scala dei Turchi, elogiando i volontari che si erano dedicati alla ripulitura della marna, David Sassoli aveva rivolto forse l’ultimo suo commovente post su Facebook, un giorno prima di morire nella maniera che sappiamo.

Già, David Sassoli. Un gigante a cospetto degli ometti che popolano le nostre aule sorde e grigie. Basterebbe compulsare la sua pagina social per accorgersi di quale persona l’Italia e l’Europa tutta abbiano perso. Eppure, tra i tanti che hanno pianto per questa morte, la morte di un uomo a detta di molti giusto e buono, non sono mancati anche in questa triste occasione gli sciacalli, i vigliacchi, diciamo pure i pezzi di fango indegni di chiamarsi uomini, a scapricciarsi sui social con insulti e fake news.

Un imprenditore di Marina di Carrara ad esempio, esponente di un “Fronte Popolare di Liberazione” e sempre in prima fila nelle manifestazioni no-vax, razzista, imbottito dei deliranti messaggi che corrono su Telegram, si è espresso nei confronti di Sassoli e della sua morte con termini il cui ricordo ancor m’offende, per usare un’espressione dantesca.

E non basta. Un eurodeputato, tale Nicolaus Fest, appartenente all’Afd, formazione tedesca di estrema destra, ha esultato per la morte di Sassoli, palesando in una chat la sua soddisfazione per la scomparsa di un collega.

È proprio vero che pietà l’è morta, come ha scritto Nuto Revelli e come ci cantano i Modena City Ramblers.

Agli orrori dunque pare non esserci fine. E ripensando alla libertà che ci hanno donato la Resistenza e le lotte partigiane, oggi viene da chiedersi con tristezza se ce la siamo poi meritata quella libertà, a giudicare dall’uso che molti, troppi italiani ormai ne fanno.

 

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