MESSINA. Dopo il provvedimento di ieri nei confronti del gazebo di Miscela d’oro a piazza Cairoli, nell’ex ritrovo Billé, il comune di Messina fa il bis. A Capo Peloro.

«Demolizione delle opere abusive, sgombero dell’area abusivamente occupata e conseguente ripristino dello stato dei luoghi, con l’avvertenza che in caso di inottemperanza si procederà d’ufficio, ponendo le spese a carico della ditta autrice dell’abuso». È quanto disposto da una determina dirigenziale nei confronti del ritrovo “La Pinnazza” di Torre Faro, uno dei locali più noti e frequentati di Capo Peloro. Il motivo? La realizzazione su una porzione di arenile prospiciente la via Fortino di Torre Faro, in difformità dal titolo abilitativo, di “un manufatto ligneo di circa 62mq (8,00×7,80con altezza varia da 3 a 2 metri) destinato alla somministrazione di bevande ed alimenti”.

«La struttura – si legge nel provvedimento – si presenta delimitata perimetralmente da tende avvolgibili nella parte alta e pannelli lignei nella parte bassa con copertura fissa ad unica falda in PVC; Nella parte prospiciente l’arenile è inoltre stata realizzata una veranda di circa 10mq (4,00×2,60) coperta da un telo. Questo spazio è anch’esso utilizzato per somministrazione di alimenti».

L’ordine di demolizione, da eseguire entro 30 giorni dalla notifica, fa seguito a un accertamento eseguito dalla Squadra tutela Spiaggia e Torrenti della Polizia Municipale di Messina, nel corso del quale è emersa la presenza del fabbricato non autorizzato e l’occupazione di area pubblica “in violazione alle norme”.

«il responsabile dell’abuso non è proprietario dell’area di sedime né tantomeno possiede la disponibilità giuridica del suolo, per possesso qualificato o altro diritto reale di godimento, né le opere risultano realizzate in conformità alle vigenti normative», si legge.

La ditta ha sessanta giorni di tempo per impugnare il provvedimento davanti al Tar.

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