PALERMO. “Oggi più che mai sento di essere un uomo libero e da tale condizione continuo a portare avanti le mie idee, rimanendo fedele al mandato degli elettori che mi hanno votato per tutelare la posizione dei cittadini, di chi soffre, di chi vive una condizione di difficoltà economica e di chi è lontano dai palazzi dorati”. Parole dell’assessore regionale all’Energia, Vincenzo Figuccia (Udc), che ha rassegnato le sue dimissioni dopo le polemiche dei giorni scorsi con il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché sugli stipendi d’oro e i dissidi con i capigruppo della maggioranza all’Assemblea regionale, che lo avevano invitato a lavorare senza alimentare polemiche.
“La mia maggioranza – scrive Figuccia in una nota – è la gente che ha creduto in un’azione di cambiamento e di discontinuità. Ci sono tante aspettative verso questo governo, che sono certo non verranno disattese, ma non posso non tenere conto degli accadimenti politici, consumatisi nelle ultime ventiquattro ore, che ledono la dignità dei cittadini siciliani, consegnano un’immagine inopportuna e distorta e che rendono impossibile la prosecuzione del mandato di Assessore all’energia e ai servizi di pubblica utilità, conferitomi dal Presidente Musumeci”.
Proprio ieri, il presidente della Regione Nello Musumeci, riferendosi implicitamente al deputato dell’Udc, aveva invitato i suoi assessori a “lavorare e tacere”. Lo scorso martedì Figuccia aveva attaccato Miccichè sugli stipendi dei dipendenti di Palazzo dei Normanni dopo le dichiarazioni del presidente dell’Ars, che si era detto favorevole allo sfondamento del tetto sulle retribuzioni dei burocrati, fissato a 240mila euro fino al 31 dicembre di quest’anno.