di Claudia Mangano e Alessio Caspanello

MESSINA. A Messina, città e provincia, l’epidemia di Covid-19, in termini di morti, è stata fortunatamente clemente, facendo registrare un numero di decessi percentualmente di gran lunga inferiore rispetto a quasi tutto il resto d’Italia. In parole ancora più nette: il coronavirus ha inciso sulla mortalità messinese solo in misura minima. Lo ha certificato l’Istat.

A Messina nel 2020 sono morte 7644 persone (per qualsiasi causa): un dato superiore appena dell’1,8% rispetto alla media dei cinque anni precedenti 2015-2019, in cui i decessi sono stati 7509: meglio della provincia dello Stretto in pratica hanno fatto solo Siena, Salerno, Caltanissetta e Catanzaro, con incrementi di “sovramortalità” che vanno dall’1,4% allo 0,3%. Quattro province sulle 111 italiane. Per comparazione Bergamo, provincia rispetto alla quale si sono sollevati imbarazzanti paragoni, nel 2020 ha subito una variazione del 60% in più di decessi rispetto al lustro precedente, Cremona del 52%, Lodi del 46,7.

 

Clicca (o passa il puntatore) sulle province per conoscere la percentuale di mortalità in più nel 2020 rispetto alla media del quinquennio precedente

Tutto nella norma quindi? No. Cioè “ni”. Dalla prima ondata di coronavirus, che nel nord Italia mieteva vittime a migliaia, Messina è passata praticamente indenne, e infatti fino ad agosto 2020 la curva della mortalità messinese, a parte in qualche caso è stata al di sotto della media degli anni passati. Situazione diversa si verifica con l’inizio della seconda ondata, quindi da settembre in poi, quando la curva messinese comincia a distaccarsi di netto dalla media degli anni passati. Non è comunque una specificità messinese: l’andamento dell’incremento nei morti, nell’ultimo trimeste, è uguale a quello siciliano e italiano, sempre con percentuali comunque inferiori.

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Il mese peggiore del 2020 è stato dicembre, mese in cui i contagi sono schizzati in alto (e hanno portato alla zona rossa dell’8 gennaio) e hanno provocato un 23% di morti in più rispetto alla media. Sembra un numero alto, ma in realtà è comunque nella parte bassa della graduatoria della “sovramortalità” delle province italiane. Basti pensare al 100% di morti in più di Verona (praticamente il doppio rispetto alla media), o il 93,7% di Udine e l’88% di Trento.

Anche rispetto al resto della Sicilia Messina ha registrato la variazione più bassa di morti nel 2020. Infatti a parte Caltanissetta che ha avuto un incremento dell’1,1%, tutte le altre province siciliane hanno sorpassato (anche di gran lunga) la variazione dei decessi messinesi registrando rispetto agli anni passati anche un +9,1%, come Enna. A seguire Palermo (+8,9%), Siracusa 8,2%, Ragusa 6,9%, Catania 6,4%, Trapani 3,7, Agrigento 3,4%.

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