MESSINA. È stato presentato questa mattina, presso la Sala Consulta della Camera di Commercio, il Progetto #sicurezzaVera, ideato da Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, in collaborazione con il Gruppo Donne Imprenditrici della Federazione stessa e la Polizia di Stato.
«Finalità del protocollo – spiega una nota – è quella di promuovere iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione, a livello territoriale, idonee a diffondere la conoscenza e l’approfondimento delle tematiche afferenti alla violenza basata sul genere e agli strumenti di tutela delle vittime, comprese le misure di prevenzione del Questore e i dispositivi di pronto intervento adottati dalla Polizia di Stato. L’intesa è nata dalla comune esigenza di incrementare i livelli di sicurezza delle donne, individuando modalità nuove ed efficaci per diffondere la cultura di genere, nel solco già tracciato con la campagna della Polizia di Stato “Questo non è amore”, attiva dal 2016, raggiungendo in maniera sempre più capillare le donne non solo nella sfera privata ma anche nel luogo dell’attività lavorativa e nei luoghi pubblici. Saranno sviluppate incisive modalità di diffusione della cultura di genere, promuovendola anche all’interno dei Pubblici esercizi con iniziative rivolte sia al personale femminile che alle clienti, al fine di contribuire a incrementare i livelli di sicurezza delle persone e degli stessi esercizi, nel quadro di aggiornate strategie di prevenzione di eventi illegali o pericolosi connessi a forme di violenza basata sul genere, così come definita dall’art. 3 della Convenzione di Istanbul del 2001».
«Troppo spesso i pubblici esercizi vengono dipinti come luoghi pericolosi – sottolinea la presidentessa del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe-Confcommercio, Valentina Picca Bianchi – Luoghi nei quali si pensa che sia lecito fare avances spinte alle ragazze che servono ai tavoli, o nei quali un sorriso in più fatto da una donna che lavora dietro a un bancone viene subito male interpretato. Luoghi in cui si lavora fino a notte fonda e, spesso le donne, titolari o dipendenti che siano, chiudono le saracinesche rimanendo sole nelle città ormai quasi deserte. Noi vogliamo ribaltare questo stereotipo e rafforzare i nostri locali in presìdi di legalità e di sicurezza, nonché, creare una rete per promuovere e diffondere la cultura di genere. Per le dipendenti, le clienti e le titolari di aziende. E il primo passo per prevenire la violenza è quello di riconoscere i segnali di pericolo. Grazie al supporto della Polizia di Stato, insegneremo sia alle donne sia agli uomini a riconoscere questi segnali e insegneremo loro come reagire».
«Il progetto – ha spiegato il presidente di Fipe Confcommercio Messina, Carmelo Picciotto – darà centralità ai Pubblici Esercizi sotto due aspetti principali, riconoscendoli come punto di riferimento e luogo sicuro, ma soprattutto rafforzando la sicurezza all’interno dei locali stessi. Luoghi di aggregazione e prossimità che possono fare la differenza anche in tema di lotta alla violenza di genere. Basti pensare ai numeri della rete dei pubblici esercizi, esercizi di prossimità presenti nella proporzione di 1 ogni 250 abitanti, 1 bar ogni 400 abitanti».
Alla conferenza di presentazione del progetto, giunto alla sua decima tappa italiana, hanno preso parte Gianluca Speranza, direttore provinciale di Confcommercio, Sabrina Assenzio, responsabile provinciale del Terziario Donne Confcommercio, il ciceprefetto Antonietta D’Aquino, il Questore di Messina, Gennaro Capoluongo, Dafne Musolino, assessora alle attività produttive del Comune di Messina, Daniele Fresta, della Divisione Polizia Anticrimine di Messina e Mariagrazia Anastasi, vicepresidentessa dell’Associazione Evaluna. A moderare la giornalista Simona Arena.