MESSINA. Non sono bastate le piogge di ottobre a ristabilire il quadro della siccità in Sicilia. Secondo il bollettino mensile del SIAS – Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano l’andamento delle piogge nel mese di ottobre ha evidenziato di nuovo la difficoltà degli indici SPI (che consentono di definire lo stato di siccità in una località) a rappresentare adeguatamente le condizioni di siccità reali, dipingendo un quadro di generale superamento delle condizioni critiche per la siccità agricola, mentre al contrario le situazioni riscontrabili in campo risentono ancora pesantemente dei deficit pluviometrici accumulati in precedenza. Più aderenti alla realtà risultano invece le valutazioni degli indici a lungo termine, che evidenziano condizioni di siccità oderata o severa in molte aree di ricarica degli invasi.

Secondo il SIAS: «Caratterizzare l’attuale siccità solo in base al deficit pluviometrico non permette di evidenziare l’effetto delle temperature sul ciclo idrologico, alterato da elevati livelli di evaporazione ed evapotraspirazione che oggi più che in passato, a parità di precipitazioni, riducono la quota di risorsa idrica effettivamente utile per la ricostituzione delle riserve idriche dei suoli, degli invasi e delle falde»

Nel dettaglio l’indice SPI a 3 mesi mostra la presenza di scarse anomalie significative di precipitazione a breve termine, con il superamento delle condizioni di siccità moderata presenti in precedenza sul settore ionico; lo stesso avviene per gli indici SPI a 6 mesi, con i recuperi più significativi nell’area etnea e nel Siracusano; resta una limitata area di siccità moderata nell’area della Piana di Catania; anche l’indice SPI a 12 mesi mostra un generale aumento degli indici, dopo l’uscita dell’asciutto mese di ottobre 2023 dalla finestra di osservazione; a medio termine si evidenziano tuttavia ampie aree ancora in stato di siccità moderata (SPI compreso tra -1 e -1,5) e severa (SPI compreso tra -1,5 e -2) sul versante ionico e in molte aree interne centro-settentrionali, reastando peraltro ancora una piccola area in stato di siccità estrema sul versante settentrionale dell’Etna; a 24 mesi subisce un significativo aumento specie sul settore ionico, dove vengono superate le condizioni di siccità estrema ma continuano a permanere ampie aree in stato di siccità moderata e severa mentre a 48 mesi continua a rappresentare una situazione variegata e influenzata da accumuli pluviometrici di eventi ormai lontani nel tempo; la variazione più significativa riguarda il Ragusano, dove risulta superato lo stato di siccità estrema.
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