I sorrisi e l’ironia, gli eventi, la musica e le feste, la presenza costante sui social network,  la passione per la cucina, per la buona cucina, “gli ingredienti poveri e i sapori antichi rivisitati in chiave moderna“.
Ogni volta che mi son trovato a Bologna per lavoro, passare dalla tua Tumpulata, a due passi dalla casa-fondazione di Lucio Dalla, era d’obbligo e un piacere.
Io sedotto con pane con grano antico Tumminia, mafaldina al sesamo, capocollo dolce no – sono vegetariano -, brie, capperi e cucunci, pomodorino Pachino Igp, rucola, senape di Dijon (che non è una bestemmia) e riso Carnaroli al gorgonzola, che per me poteva bastare, ma tu ci metti anche pere caramellate al marsala e salsa e paprika dolce.

Migliaia di immagini, le feste scolastiche o di capodanno, adolescenti anime che cercano la loro fede, il Guernica, l’Officina, il Retronouveau, la Cicalata, il Dai Dai.

Nel 2013 mi chiami e mi dici che vuoi candidarti per Renato, l’entusiasmo era l’universo in espansione, e quando vinciamo le elezioni tu ti commuovi. Quell’anno in città sembrava la rivoluzione francese.

Accogliente come pochi, di chi trasforma un locale di fuori nel salone di dentro casa; la sera di natale tra brindisi e bambini in strepitosa gazzarra.
Un cocktail, un frullato zen con zenzero sfumato con un rum di cui tu conosci tutta la storia, la tostatura barricato che cavoloneso – so solo che è buono –  e poi giù a parlare di politica o delle bufale che tirano giù ogni giorno in quantità smisurata e quindi via alle risate da toglierci il fiato con l’ironia di chi sa ridere senza offendere, con quel cazzo di baffetto alla Zorro.

Empatico con un profondo senso della giustizia. Al servizio della musica.

Lorenzo Kruger, “a tipo che siti frati”, Bob Corn, che a “Messina lo conoscono in 5”, Nada Malanima da brividi… ma quante band che hai visto, sentito, ospitato. Una lista infinita, grandi, piccoli, medi, sconosciuti o ultra noti, trattati tutti alla pari, sempre con grande professionalità e gentilezza.

Stuntman nei balli ingaggiato da Quentin Tarantino, sempre davanti al bancone o all’ingresso del locale.

Ora, io non so cosa ci sia oltre questa vita, ma Nino di sicuro è capacissimo di trovare anche in paradiso uno che gli chiede di cucinargli il coniglio perché “ci tagghiuru u gas“.

Tra i volti miglior di questa città.

Davanti al tuo locale qualche settimana fa: passo di fretta, che tutto passa e tutto lascia, tu mi vedi e mi fai: “Ou e un baaaacio non mu dugni?”. E bacio fu!

Amici, amiche, siamo tantissimi, una marea,
brindiamo alla vita con un profondo senso di vuoto.
Ciao Nino.
#daidai

Giampiero

[foto di copertina “Any Colour You Like – Cianino” di Davide Patania]

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