Di Santi Giunta

MESSINA. Messinese di nascita (ma londinese d’adozione) e ingegnere informatico che ha fatto della sua passione, i videogiochi, il suo lavoro. Vittorio Romeo oggi lavora per la multinazionale di fintech Bloomberg (tecnofinanza, fornitura di prodotti e servizi finanziari attraverso tecnologie dell’informazione e della comunicazione), nel tempo libero, però, programma giochi digitali e scrive libri sulla programmazione.

Il giovane ha dovuto lasciare la città dello Stretto per trasferirsi a Londra. Un cambio di casa che non è stato facile per lui: cambiare totalmente le proprie abitudini, allontanarsi dalla famiglia e dagli amici. Questa però, secondo Vittorio, è stata una tappa necessaria per crescere e realizzarsi professionalmente: «Il mio consiglio ai giovani è di trasferirsi, anche temporaneamente, in una grande città. Forma il carattere e amplia il proprio sguardo sul mondo».

Perché Londra? Lì Vittorio ha trovato un ambiente stimolante, che lo ha aiutato a crescere sia umanamente che professionalmente: «La multiculturalità di Londra permette di conoscere culture e filosofie di vita diverse e aiuta a crescere molto, e sfortunatamente non è una cosa semplice da trovare in tutti i luoghi – ammonisce riferendosi alla sua città natale – in luoghi come Messina, la mentalità dei cittadini è spesso molto chiusa, sebbene abbia notato un miglioramento negli ultimi anni, specialmente tra i giovani».

Ma com’è iniziata la passione di Vittorio per i videogiochi? «Fin da piccolo ho sempre amato il computer ed i videogiochi, e spesso i miei genitori ed amici pensavano fosse una perdita di tempo. Ma grazie a questa passione ho iniziato a programmare, con l’obiettivo di creare i miei videogiochi. Dopo aver imparato ho creato articoli e video tutorial per insegnare agli altri come approcciarsi a questo mondo e come creare i propri giochi. Ho avuto un grande successo. Sei anni fa ero a Messina, disoccupato, ora lavoro da sei anni come sviluppatore senior e technical trainer».

Ma non è tutto, perché Vittorio viene anche chiamato come talk a numerose conferenze (ha già presenziato a più di una ventina) e a breve uscirà una sua pubblicazione: con altri suoi colleghi ha scritto un libro sul linguaggio di programmazione “C++” che uscirà a dicembre.

«È possibile fare carriera da autodidatta nel mondo della programmazione, esistono tante risorse gratuite per imparare, ci vogliono solo forza di volontà e dedizione – spiega Vittorio – Il sistema scolastico non mi ha aiutato molto. Sebbene mi sia diplomato con 100 e lode l’impegno speso per ottenere questo risultato non ne è valso la pena. Il messaggio che vorrei trasmettere è quello di impegnarsi di più su ciò in cui si crede, piuttosto che su quello che si è costretti ad imparare. Non dico di tralasciare la scuola ovviamente, ma di curare anche i propri interessi e le proprie passioni».

«In seguito ho anche studiato informatica all’Università di Messina. Lì la qualità è varia – racconta il giovane – Per esempio, le materie riguardanti la programmazione erano insegnate abbastanza superficialmente, e molto spesso con tecniche e informazioni datate. Il messaggio che vorrei lasciare è di non scoraggiarsi e di non prendere tutto alla lettera: bisogna avere sempre mentalità critica», spiega Vittorio, che ritiene «non adeguate le metodologie e tecniche “tradizionali” adoperate a Messina e più in generale in Italia, sicuramente non al passo con i tempi di quelle che ho trovato a Londra e che mi hanno permesso di emergere e specializzarmi, pubblicando diversi videogiochi e venendo chiamato a fare da relatore a diverse conferenze in giro per il mondo».

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments