MESSINA. Con l’avanzamento dei lavori (che a febbraio compiranno un anno), il “quarto lotto” della pista ciclabile della Litoranea, quella che parte da contrada Principe e si ferma attualmente poco prima del monumento ai caduti di via Consolare Pompea, è praticamente completato: una pista ciclabile che ha subito rimaneggiamenti nel progetto, inizi a singhiozzo, proteste da parte di cittadini e amministratori, per finire con lo scontentare più o meno tutti: un marciapiede un po’ più largo del precedente, con pavimentazione di due colori a suggellare la promiscuità pedoni-ciclisti, e senso unico, solo verso nord, per le bici. Un progetto frutto di compromessi al ribasso e molto diverso da quello iniziale (largo 4 metri con marciapiede e due corsie ciclabili per entrambe le direzioni).

Eppure, la pista ciclabile Sant’Agata-Ganzirri, sarebbe dovuta essere un’altra. Così aveva deciso, nella corsa consiliatura, la commissione Viabilità del consiglio comunale, votando ad agosto 2021 un atto di indirizzo (approvato con 10 voti favorevoli e 3 astenuti) in base al quale si chiedeva all’Amministrazione di modificare l’attuale progetto di prolungamento della pista ciclabile previsto sulla via Consolare Pompea, prevedendone il tracciato sull’arenile, a valle rispetto alla strada:, con ingresso all’altezza del mini autodromo, e la possibilità di continuare fino al villaggio di Ganzirri per poi sbucare nel lungolago: proposta fatta propria anche dall’allora candidato a sindaco del centrosinistra Franco De Domenico, e oggetto di un ulteriore atto di indirizzo votato all’unanimità da tutto il consiglio della VI Municipalità.

pista ciclabile messina

Niente da fare: l’amministrazione di Federico Basile, in continuità con quella di Cateno De Luca, ha proseguito nel progetto originario di pista ciclabile lungo la via Consolare Pompea. Anche perchè sulla stessa area già nel 2013 il Genio civile, guidato dall’allora ingegnere capo Gaetano Sciacca, aveva opposto diniego all’ipotesi, sostenendo che il tratto era ricadente interamente su area demaniale marittima e quindi non assoggettabile a costruzioni. Non solo. Il parere si appellava anche a fenomeni di erosione costiera e eventi meteo marini di forte intensità, che avrebbero potuto provocare danni sia alla pista ciclabile sia pericoli a chi la percorreva. Eppure, nella stessa zona, oltre alle costruzioni civili (a ridosso delle quali sarebbe stata realizzata la pista ciclabile) è presente una viabilità, seppure “fai da te”, con strada sterrata, con tanto di parcheggi improvvisati, e persino due lidi balneari (che in qualche modo contribuiscono a dare il senso di presenza umana), oltre che una spiaggia che in alcuni tratti sfiora il centinaio di metri di larghezza dal mare, e una nutrita serie di barriere di massi.

Un’occasione persa per riqualificare un tratto enorme di litorale, e restituire ai cittadini (non solo ai residenti) un’altra porzione di territorio oggi pressochè negato. Negato e ridotto a piccole discariche, cimitero di ruderi di barche e carrelli, vegetazione incolta e qua e là qualche rete arancione di lavori iniziati e mai portati a compimento.

 

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Mariafrancesca
Mariafrancesca
29 Novembre 2023 15:02