TAORMINA. «I sottoscritti titolari delle imprese di ristorazione “Gambero Rosso” e “Mamma Rosa”  intendono manifestare, con la presente nota congiunta, il loro profondo e più vivo rammarico per quanto accaduto nella serata del 28 agosto scorso e che ha visto protagonisti alcuni dipendenti delle rispettive aziende, venuti inopinatamente alle mani sotto gli occhi sbalorditi dei numerosi avventori e dei turisti in transito nella centrale via delle Naumachie». Inizia così la lettera di scuse inviata al sindaco di Taormina Eligio Giardina dai due ristoranti protagonisti della rissa da film western avvenuta lo scorso 28 agosto in pieno centro storico. 

«Si tratta – prosegue la missiva – di un episodio grave ed inqualificabile che lede pesantemente il nome ed il decoro della nostra città, costruiti faticosamente in oltre un secolo di storia del turismo, che ha reso Taormina una meta prestigiosa e conosciuta in tutto il mondo, oltre che per la sua bellezza anche per la sua tradizione di ospitalità. Non ci sono giustificazioni che possano valere come plausibile scusante della condotta posta in essere in quella serata d’agosto, le cui scene, diffuse inopinatamente in rete, hanno fatto il giro del mondo, offrendo un’idea distorta ed errata di Taormina e dei suoi operatori turistici, compresi gli scriventi, che da quasi mezzo secolo gestiscono le loro attività dando il loro modesto contributo alla costruzione dell’immagine cittadina, come quella di una località accogliente e sicura. Il nostro imbarazzo e la nostra mortificazione sono grandi, soprattutto per l’offesa recata alla comunità Taorminese, che del turismo massimamente vive, ed alle Istituzioni che la rappresentano, Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale. Vorrà, pertanto, con l’autorevolezza che contraddistingue la sua funzione, porgere le nostre scuse più sentite ai cittadini di Taormina, alle associazioni degli operatori economici ed alle Forze dell’Ordine intervenute quella sera, rassicurandoli che quanto accaduto non avrà mai più a ripetersi. Certi della Sua comprensione, La salutiamo rispettosamente».

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