MESSINA. «E’ una buona notizia che la nostra città sia riuscita ad intercettare fondi nazionali, e ben vengano il Risanamento e la Rigenerazione Urbana dei nostri territori. Mi chiedo tuttavia se si poteva pensare a soluzioni diverse rispetto a quelle progettate da palazzo Zanca».  In una nota, il consigliere del Movimento Cinque Stelle della terza Municipalità, Alessandro Geraci, non nasconde le sue perplessità in merito ai progetti di Rigenerazione Urbana a cui sta partecipando il Comune di Messina.

«Risanamento- afferma l’esponente pentastellato –  non è sinonimo di cemento e palazzoni. Le baracche non sono solo di legno o di eternit ma possono esserlo anche di cemento all’interno di un edificio. Per quanto mi riguarda, sono convinto che il processo sociale debba andare di pari passo con lo sviluppo del contesto abitativo. Costruire palazzoni non migliora la qualità della vita di chi oggi vive in baracca e non consente una vera rigenerazione urbana, quella di cui ha bisogno la nostra città».

«Guardando i rendering disponibili- continua il consigliere Geraci –  sembra di tornare indietro di 30 anni: abbiamo già avuto pessimi esempi di “alloggi pollaio”, in cui non c’è stato  alcun miglioramento del territorio e delle condizioni abitative. Per tale motivo, ritengo che sia necessario evitare di creare le ennesime “Vele di Scampia”, in cui la fanno da padrone cemento e disagio sociale».

Il rappresentante della terza Municipalità esprime in particolare forti  dubbi sul progetto del villaggio Bisconte. «Ad ottobre 2018 , quando emerse con prepotenza il tema dello sbaraccamento a Messina  – scrive Geraci –  mi feci promotore di  un incontro pubblico e di confronto tra amministrazione, Arisme, Municipalità e cittadinanza, da cui emerse la chiara volontà da parte dei residenti di non stravolgere il contesto  urbanistico di Bisconte, come avvenuto purtroppo nel 2006, quando un primo “sbaraccamento” tagliò in due il villaggio, ghettizzando parte dei suoi abitanti all’interno dei 189 alloggi divenuti presto invivibili. Facendomi nuovamente portavoce delle istanze del territorio, stamattina ho formalmente ho chiesto un  incontro con l’assessore Salvatore Mondello  per capire se ci sono i margini di una modifica al progetto che interessa Bisconte. A mio avviso, ma anche secondo gli abitanti della zona,  le nuove costruzioni devono essere  più a misura d’uomo e dev’essere prevista la  realizzazione di opere di prima e seconda urbanizzazione,  evitando di stravolgere la natura del villaggio».

«Gli ambiti di risanamento – conclude il vicepresidente della terza Municipalità –  non sono tutti uguali e vanno affrontati in maniera diversa. Se l’obiettivo comune è quello di migliorare la vivibilità dei nostri concittadini , è un dovere da parte della politica ascoltare le istanze che arrivano territorio, invece di calare soluzioni “dall’alto” non condivise. 

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