MESSINA. Era stato un argomento piuttosto gettonato, durante i due mesi di dirette Facebook in periodo di lockdown: i provvedimento emanati dal sindaco Cateno De Luca, secondo lo stesso De Luca, sarebbero stati copiati da tutti, dal presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte fino al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci: adesso, quell’assunto è finito su un documento amministrativo, l’ordinanza con cui il sindaco di Messina “chiude” l’hotspot di Bisconte.

Paragrafo dell’Ordinanza sindacale n.220 del 18 luglio 2020

 

Secondo De Luca la Regione Siciliana avrebbe “di fatto” recepito la banca dati del 5 aprile chiamata “Si passa a condizione”, dopo la cancellazione per decreto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per monitorare gli accessi in Sicilia. Quindi, “copiandogli” l’idea. Non è così, e il primo cittadino fa confusione con le date (e con i siti web). La sua ordinanza che istituiva la “banca dati”, infatti, è datata 5 aprile 2020, mentre il Presidente della Regione Nello Musumeci aveva istituito il portale “siciliacoronavirus.it” (attivo addirittura dal 28 febbraio 2020 ore 13.40) il 13 marzo 2020, con Ordinanza n. 5. Quasi un mese prima. Questo poi è diventato il protocollo “Siciliasicura”, che si trova all’interno del sito “costruiresalute.it” (realizzato addirittura dal Governo di Rosario Crocetta con i fondi Po Fesr, ma potenziato solo negli ultimi tempi per l’emergenza Coronavirus).

“Risolutiva, ai fini del contenimento del contagio, è risultata la scelta di monitorare gli accessi al suolo comunale dei passeggeri che attraversavano lo Stretto, tanto che anche la Regione Siciliana, dopo l’annullamento dell’Ordinanza Sindacale n. 105/2020, ha di fatto recepito le disposizioni comunali, istituendo, con propria Ordinanza del Presidente della Regione, il registro dei passeggeri pendolari e la banca dati ‘costruiresalute.it’ alla quale dovevano registrarsi tutti coloro che facevano ingresso in Sicilia”, scrive infatti il sindaco Cateno De Luca all’interno dell’Ordinanza sindacale n.220 di oggi, con la quale “concede” cinque giorni di tempo al Ministero dell’Interno per sgomberare l’hotspot di Bisconte.

In realtà, secondo la cronologia delle norme emesse, prima ancora che il sindaco De Luca pensasse di chiudere lo Stretto di Messina (in realtà l’ordinanza non chiudeva nulla, come ha spiegato lo stesso De Luca nelle memorie difensive) chiunque per un motivo di necessità comprovata doveva arrivare in Sicilia aveva l’obbligo di registrarsi sul portale. Che anche se non con la funzione di “banca dati”, alla fine serviva per redigere un elenco di tutti gli ingressi sull’Isola.

Ciò era stato stabilito all’articolo 5 del provvedimento del 13 marzo 2020 emanato da Musumeci, successivamente affinato nell’Ordinanza del Presidente della Regione n. 7 del 20 marzo 2020, specificatamente all’articolo 1.

Quello che invece prevedeva in più l’Ordinanza del sindaco De Luca rispetto al portale realizzato dalla Regione Siciliana è il registro dei pendolari, ovvero coloro che per motivi di lavoro attraversano quotidianamente lo Stretto di Messina. Idea questa che è stata implementata dalla Regione nel protocollo “Siciliasicura”, il 18 aprile con l’ordinanza n. 17: successiva, quindi, all’Ordinanza sindacale di De Luca, annullata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In questa circostanza, quanto recita l’ordinanza di ieri è corretto.

 

 

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