MESSINA. “Ci sono un’infinità di tratti di autostrada inspiegabilmente chiusi o ristretti, che costringono a percorrere una sola corsia, ma dall’altro lato non si vedono lavori, e non si capisce perchè”, illustra Renato Schifani a Nino Germanà, Bernadette Grasso, Tommaso Calderone e Antonio Catalfamo, un candidato al senato e tre candidati all’Ars, per spiegare il ritardo con cui arriva a Messina per il suo tour elettorale per la presidenza della Regione Siciliana. Un ritardo che ha dimezzato le presenze in un hotel cittadino che ospita il centrodestra messinese, coeso intorno alla figura del senatore ed ex presidente del Senato. Schifani inizia guardando in casa altrui: “Io non mi sono mai permesso di insultare un ministro degli Interni” e “Noi siamo primi, non ci interessa chi sarà secondo o terzo“, sono gli unici riferimenti che Schifani riserva, senza nominarlo a Cateno De Luca, suo contendente a Palazzo d’Orleans che sta conducendo una campagna elettorale molto aggressiva. Un altro riferimento è al Movimento 5 stelle, il cui consenso “è crollato e crollerà sempre di più, il voto di rabbia non ci interessa minimamente”, chiosa. Quindi arriva l’argomento ponte sullo Stretto, il “progetto Manhattan” di ogni campagna elettorale, indipendentemente dal fatto che si sia pro o contro. Schifani è pro ma gli è stato consigliato, racconta, di parlarne il meno possibile. “E siccome noi lo faremo, è inutile sbandierarlo. Il tempo politico è arrivato, coi governi di centrodestra alle regioni Sicilia e Calabria e al governo centrale”. Un emendamento sul porto di Messina gli offre la possibilità di  una menzione particolare per Matilde Siracusano, deputata che lo ha presentato e che nei quattro anni e mezzo a Montecitorio si è spesa per porre fine allo scempio delle baracche messinesi: “Ti ringrazio a nome di tutti i siciliani perchè ti sei battuta come un leone”, concede Schifani. Sul suo eventuale governo, “Cercherò di sfuggire alla quotidianità, tutto il resto sarà concentrato al cambiamento, per portare la Sicilia ad essere una regione normale. la lentezza burocratica e la paura di decidere bloccano sviluppo e crescita,. Su questo punterò molto. Sull’autonomia differenziata, dico solo che siamo stati ormai scippati dell’articolo 36 dello statuto che permette alla Sicilia di tenere per sè le sue imposte. Non ho paura, ma abbiamo un credito, vogliamo pari dignità, e gli investimenti devono essere dirottati più al sud che al nord, perchè l’Italia a due velocità non funziona. Se ci sono contenziosi e noi abbiamo dei crediti, nessun accordo al ribasso”. Reintroduzione delle Province. “Dobbiamo ripristinare delle funzioni che le province garantivano, come la manutenzione delle strade, che oggi sono inagibili. Queste funzioni dovevano essere svolte dalle aree metropolitane: non sono svolte, ma i dipendenti vengono ugualmente pagati, quindi non solo non abbiamo ridotto i costi, ma abbiamo anche un disservizio”. Su termovalorizzatori ed energia: i primi “Trasformano rifiuti in energia, e altri esempi dimostrano che non sono dannosi per la salute”, e quindi via libera, ma “senza fretta per evitare impugnative nei decreti”. Sull’energia, Schifani è certo: “raggiungeremo il 40% di autonomia energetica in Sicilia col progetto Cassiopea”. Chiusura sull’aeroporto delle Eolie: Schifani chiama così quello previsto a Torrenova, tra Messina e Palermo, che prevede in project financing, quindi con capitali misti pubblico.privato, del quale “se ne gioverebbero non solo le Eolie, ma tutta la costa che è bellissima ed ha una grossa vocazione turistica”

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