MESSINA. Mancano due settimane, poi le urne decreteranno il nuovo presidente della Regione ed i  deputati che sederanno a palazzo dei Normanni per il parlamento siciliano. Stavolta, da novanta che erano le poltrone si ridurranno a settanta: questo vuol dire lotta serrata da parte dei candidati, e maggiori responsabilità da parte degli elettori. Perchè, tra i 90 della legislatura che sta per terminare, di deputati ce ne sono stati parecchi che lo stipendio l’hanno pressochè rubato, e qualche altro che invece se l’è ampiamente meritato.

Ai messinesi, e della loro attività nel quinquennio, LetteraEmme aveva già dedicato questo servizio. Come si sono comportati rispetto ai colleghi delle altre otto province? E chi ha lavorato di più in assoluto? Ecco le risposte, in tre grafici.

La prima graduatoria riguarda i disegni di legge da primo firmatario, la “summa” del lavoro di un deputato. E il più diligente (escluso Rosario Crocetta, che da presidente della Regione per ovvi motivi ne ha firmati 166) dei novanta deputati è Vincenzo Vinciullo, siracusano, che di disegni di legge ne ha proposti la bellezza di 116, praticamente il doppio del secondo, Girolamo Turano, e tre volte quelli del terzo, Franco Rinaldi, primo dei messinesi (che non si presenterà alle consultazioni del 5 novembre). Ultimo dei messinesi è Giovanni Ardizzone, che però, da presidente dell’Ars, aveva altri e differenti compiti. Ben sei, infine, i deputati che di disegni di legge non ne hanno proposti nemmeno uno.

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Se i disegni di legge sono l’attività più importante che un parlamentare svolge nell’esercizio delle sue funzioni, la produttività viene calcolata anche in base a interrogazioni, mozioni, interpellanze ed ordini del giorno. Sommando tutto, a stravincere è di nuovo Vincenzo Vinciullo, che per cinque anni si è davvero spaccato la schiena a Palermo: per lui, sommando tutti gli atti parlamentari da primo firmatario, esce fuori la spaventosa cifra di 1194. Vinciullo massacra letteralmente la concorrenza: il secondo in classifica è il catanese Marco Falcone, che la sua firma l’ha apposta in 314 atti, principalmente interrogazioni: Falcone è un altro che la sua pagnotta se l’è guadagnata eccome, visto che anche dal punto di vista dei disegni di legge è andato benissimo, piazzandosi al quinto posto. Nello Musumeci, candidato alla presidenza della regione, è il terzo nella graduatoria della produttività totale: buona la percentuale di disegni di legge (18), e il ruolo da presidente della commissione Antimafia gli ha imposto di interrogare spesso il governo. Prima dei messinesi è Valentina Zafarana, anche lei instancabile nel produrre interrogazioni e interpellanze, per un totale di 166 atti. Tristemente, dieci deputati non arrivano nemmeno alla doppia cifra: meno di dieci atti in cinque anni.

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Quale è stata la provincia che più ha beneficiato del lavoro dei suoi deputati? Siracusa, ovviamente, e per distacco, potendo contare sul fuoriclasse Vinciullo, che eleva enormemente la percentuale di lavoro. Non benissimo, anzi male Messina: settima su nove province. Segno che, a parte i casi sporadici (ed il fatto che Ardizzone, in quanto presidente dell’assemblea, ha contribuito poco alla produzione di atti, abbassando la media), la maggior parte dei deputati messinesi lo stipendio non se l’è esattamente sudato, a Palermo. E sarebbe bene che gli elettori ne tenessero conto, il 5 novembre.

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(I dati, fotografati al 17 settembre, sono stati raccolti da Cristiano Longo di OpenDataSicilia, con la collaborazione dei quali è stato realizzato questo articolo, e pubblicati qui in formato open data. Per consultare le schede dei deputati e monitorarne l’attività parlamentare, in ordine alfabetico, cliccare qui)

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