MESSINA. È stata presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa online, il documento “Reazione a Cateno”: una articolata e dettagliata analisi della relazione annuale dell’Amministrazione comunale di Messina. Lunga ben 116 pagine, la relazione è firmata da sei sigle (Articolo uno, MessinAccomuna, Cmdb, Rifondazione comunista, + Europa e Rete 34+) ed è divisa in sei capitoli al cui interno c’è un po’ di tutto: dal rapporto con il consiglio comunale alle partecipate, dalla cultura ai servizi sociali, dal risanamento all’emergenza Covid, mentre la parte finale è dedicata all’operato dei 9 assessori della Giunta che si sono alternati in questi due anni e mezzo.

Il risultato che ne viene fuori è piuttosto impietoso, e agli antipodi dalla ricostruzione fatta da De Luca nel suo report annuale, a partire dalle considerazioni introduttive sul “clima da guerra” costruito in città, “trasformata in una Repubblica delle banane”, fra insulti, grida, “reiterata violenza verbale e volgarità”, ma anche “continue bufale, fake news e false promesse”. Sotto le lente degli scriventi anche i numerosi “dietrofront” del sindaco, accusato di aver rigettato alcuni dei capisaldi del suo programma elettorale (dall’abolizione delle partecipate al tram volante) e di aver invece fatto propri numerosi  progetti delle precedenti amministrazioni (più volte prese di mira dallo stesso De Luca), dalle grandi opere come la via Don Blasco e il Porto di Tremestieri al Progetto Capacity.

Si entra poi nel vivo del discorso, a partire dalla “macchina comunale, dal piano di riequilibrio e dai bilanci”, con riferimenti specifici alla figura del direttore generale, all’operato di Rossana Carrubba e al Cambio di Passo. Particolare attenzione è posta sui numeri contenuti nella relazione del sindaco, in merito a debiti comunali, considerati “fasulli e fuorvianti”: «Complessivamente, nel capitolo dedicato alle politiche finanziarie ci troviamo di fronte a un caleidoscopio di millanterie, numeri e parole per confondere le idee, prendere in giro la città e tentare di chiamare continuamente in causa l’amministrazione precedente; il tutto per nascondere il fallimento dei propri obiettivi».

«Le dichiarate operazioni di risanamento finanziario – si legge – sono la semplice conferma di una strategia di confondimento contabile, che De Luca: a) aveva artificiosamente incrementato il valore della massa debitoria del Comune quando aveva definito il “nuovo” piano di riequilibrio; b) ha poi falsamente sgonfiato questa massa per attribuirsi il merito di questa riduzione. Ma è un gioco pericoloso, perché alcuni “giochetti” di gonfiamento e riduzioni (ATM e Messinambiente, in particolare) appaiono a dir poco imprudenti».

Si passa poi alle società partecipate, con un richiamo alle promesse del sindaco (“Finisce l’era del bancomat della politica e del malaffare”) e alla nascita di Arismè spa, Atm spa, Messina social city spa e Patrimonio spa, il cui operato è esaminato nel dettaglio.

Si inizia dal Risanamento: «Le uniche case assegnate tra il 2018 ed il 2019 sono state in pratica quelle costruite dall’IACP negli anni passati (Annunziata, Camaro) e le abitazioni del progetto Capacity della precedente Amministrazione (Fondo Saccà e Fondo Fucile). Gli obiettivi di questi due anni in tema di risanamento, propagandati sui media anche a livello nazionale e locale sono risultati essere un’enorme bufala (…). Unico risultato da vantare di marca deluchiana è dunque solo la consegna delle chiavi entro il 31 dicembre 2019 agli abitanti delle cosiddette case d’Arrigo, che hanno occupato le case solo ad inizio 2020, consegna la cui accelerazione in realtà si era resa necessaria per il proseguo dei lavori della via Don Blasco (progetto delle precedenti amministrazioni)».

A seguire tocca ad Atm, con vari approfondimenti sulla questione tram, il fronte occupazionale e il passaggio dalla vecchia alla nuova società. Tocca poi a Messina Servizi Bene Comune, con gli annunci mai rispettati (il 65% entro dicembre 2019), “il mancato pagamento del promesso premio di risultato ai lavoratori” e i dati della raccolta differenziata messi a raffronto con i risultati ottenuti dalla precedente amministrazione. Non manca un passaggio sulla sanificazione delle spiagge e le “bandiere blu”.

Per quanto riguarda Amam “è l’intero capitolo (della relazione di De Luca) dedicato a questa partecipata a …fare acqua da tutte le parti”, mentre la parte sulla Srr “Area città metropolitana” si sofferma sulle dimissioni del presidente Santi Briguglio. Poco lo spazio dedicato alla “Patrimonio Spa”: «Basta leggere l’indice delle 6 pagine di resoconto, indice compreso, per comprendere subito cosa si è fatto, ovvero praticamente nulla di operativo». Molto articolata, al contrario, la parte sui servizi sociali e l’operato della Messina Social City, che prosegue per oltre 40 pagine.

Infine la parte sugli assessori, con un approfondimento su Mondello, Scattareggia, Previti, Minutoli, Trimarchi (“un resoconto imbarazzante”), Caminiti, Caruso e Musolino: «Passando al setaccio le loro relazioni – si legge – abbiamo trovato tante di quelle fake news che è stato difficile evidenziarle tutte ed anzi il nostro lavoro è da considerarsi soltanto un work in progress»

A spiegare le motivazioni del documento sono gli stessi redattori nell’introduzione alla relazione (scaricabile integralmente da qui):

«La scelta di impegnarsi in una lettura non superficiale delle 1800 pagine di resoconto di sindaco, assessori, consulenti e partecipate – si legge nel testo – si è rivelata necessaria per comprendere che l’espressione principale della narrazione deluchiana “il sindaco lo sa fare” è solo uno slogan elettorale e che la realtà dei fatti è ben lontana dalla narrazione deluchiana, come dire “ ha fatto tante cose”, “chi c‟era prima non ha fatto nulla”, per cui insomma “fatelo lavorare”, “a conclusione del mandato lo si giudicherà”. È naturale che nel corso di 24 mesi, la tredicesima città d’Italia produca quotidianamente atti e delibere per gestire l’ordinaria amministrazione. Dentro queste 1800 pagine spesso troviamo un mero “copia-incolla” di provvedimenti quasi a voler far lievitare il numero delle pagine e ostentare una mole di presunto lavoro instancabile. Per questo abbiamo inteso districarci dentro queste pagine offrendo alla città questa sorta di controrelazione, con un’attenta analisi dei resoconti dell’amministrazione De Luca, per evidenziare cosa ci sia in realtà dietro la narrazione egoriferita di questi due anni ed avviare un percorso di verità, con rigore e approfondimento metodico».

«Il risultato di tale analisi – prosegue il documento – è che siamo di fronte ad una amministrazione mediocre, che vive per la gran parte di rendita del lavoro fatto dalle precedenti amministrazioni, che è stata costretta strada facendo a cambiare e/o cancellare punti qualificanti del programma elettorale perché rivelatisi assurdi e inadeguati, che cerca di nascondere la sua incapacità di avere una visione della città e del suo futuro. Le risultanze di questo lavoro segnalano che attraverso i metodi e soprattutto attraverso il merito degli atti amministrativi la giunta De Luca sta facendo imboccare alla nostra città un vicolo cieco e pericoloso da cui dobbiamo uscire al più presto. Siamo consapevoli che chi sostiene il motto “Non conta quello che uno ha fatto … conta piuttosto quel che è riuscito a far credere alla gente di aver fatto” trovi plastica conferma con De Luca e la sua martellante presenza social, riuscendo a sovrapporre alla realtà la sua percezione. Siamo consapevoli del fatto che chi guarda all’amministrazione De Luca con rispetto o addirittura trasporto, chi riconosce al sindaco capacità amministrative fuori dal comune e tesse le lodi del suo essere “solo contro tutti” soprattutto contro il vecchio sistema di potere che lui dice di combattere, troverà probabilmente il risultato della nostra analisi severo ed ingiusto. Le conclusioni a cui perveniamo, però, si basano su un’analisi oggettiva di quanto scritto nella Relazione De Luca, con riscontri e dati che abbiamo sottoposto anche all’attenzione di alcuni consiglieri comunali e forze sindacali, politiche e associative, trovando convergenze ed addirittura ulteriori valutazioni critiche sull’operato del sindaco, che abbiamo inserito in questo testo».

Sotto le lente delle sei sigle finiscono non solo le affermazioni, i risultati e gli obiettivi decantati nella Relazione annuale dell’Amministrazione De Luca. «Abbiamo anche fatto un’analisi politica di questi due anni, mettendone a fuoco il filo conduttore, per scoprire il vero volto politico dell’Amministrazione De Luca al di là della retorica e delle iperboli. Il proliferare delle partecipate – peraltro in contrasto con il programma presentato ai messinesi – con un sostanziale svuotamento della macchina comunale in un rapporto di potere e gestione non intermediato né dal Consiglio Comune né dagli uffici è un elemento più che preoccupante che incide sulla tenuta del sistema sia dal punto di vista democratico che del controllo. Al di là di urla e propaganda, la lettura attenta della gestione delle cose, a partire dai dati del bilancio di Comune e aziende collegate, apre scenari più che problematici per il futuro di Messina. Un dato politico che è fondamentale evidenziare è che, nonostante l‟immagine di sindaco “contro i poteri forti e fuori dalla vecchia politica”, siamo di fronte ad una esperienza politica pienamente ascrivibile al tradizionale campo del centro-destra siciliano. Basti pensare ai “patti della madonnina” o “patti della pignolata” siglati con il presidente dell’ARS Miccichè (Forza Italia e Grande Sud); alla candidatura dell’assessora Musolino alle ultime europee in quota Forza Italia; all’elezione alla Regione di De Luca nella lista dell’UDC-Sicilia Vera a sostegno di Musumeci Presidente, posizione confermata anche dal successore di De Luca all’ARS Lo Giudice; alle scelte di campo chiare e nette con il centro-destra in momenti topici della storia politica siciliana: con Cuffaro contro la Borsellino, e poi con Lombardo e Musumeci. Per non parlare delle “punte” indipendentiste e sicilianiste a cui spesso arrivano le sue invettive contro il governo nazionale e regionale. Significativa anche la discesa a suo favore di deputati di centrodestra come Siracusano (Forza Italia), Amata (Fratelli d‟Italia), Germanà (ex Forza Italia). Nella controversia con la Ministro Lamorgese durante il lockdown si è persino scomodato Salvini (Lega) a sua difesa. Ma non è solo la scelta del “con chi stare” a definire il “colore” politico dell’attuale amministrazione. La visione politica si è tradotta in azioni amministrative: la privatizzazione di fatto o programmata di servizi e beni, l’approccio alla questione migranti che asseconda atteggiamenti razzisti, il clima divisivo ed aspro creato in città dall’agire autoritario del sindaco e di molti suoi collaboratori, non è un caso l’interesse di Lega e Forza Italia all’esperienza amministrativa dell’omino forte” in riva allo Stretto. Siamo di fronte ad una giunta comunale di centro-destra che come tale opera e costruisce alleanze».

Infine l’invito alle forze progressiste di questa città, con l’auspicio che “comincino a superare ambiguità, divisioni e contrapposizioni del recente passato e tornino a parlarsi, a ragionare insieme, a costruire e praticare da subito un’alternativa politica, sociale e culturale a De Luca. Questa “controrelazione” o “contro-narrazione” può esserne l’inizio».

 

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[…] È, molto sommariamente, la conclusione (basata su una relazione di dieci pagine) a cui approdano sei sigle cittadine (Articolo uno, MessinAccomuna, Cmdb, Rifondazione comunista, + Europa e Rete 34+…dopo l’analisi della relazione sul secondo anno di attività, mai discussa in consiglio […]