MESSINA. Sfiora il 30% la raccolta differenziata nel comune di Messina secondo i dati Ispra relativi al 2020. Secondo quanto pubblicato sul report dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, infatti, è confermata la percentuale che un anno fa avevano dichiarato di aver raggiunto l’assessore all’Ambiente Dafne Musolino e il presidente di Messina Servizi Bene Comune, Pippo Lombardo (qui il link), a differenza di quanto era emerso dai dati della Regione Siciliana, che attribuiva alla città dello Stretto ben 7 punti percentuali in meno rispetto a quelli reali, contandone addirittura qualcuno in meno rispetto al 2019.

Una differenza tra i numeri che è costante anche per gli anni precedenti. Paragonando i due report, infatti, emerge che la provincia messinese, e anche la città dello Stretto, è l’unica con numeri incongruenti: già per il 2019 i conti non tornavano (qui il link), e per il 2020 si è verificata la stessa cosa. L’anno scorso, però, non si era riusciti a dare una spiegazione, mentre quest’anno l’assessore Dafne Musolino chiarisce ogni dubbio: «Nel 2020 abbiamo stipulato il contratto per il conferimento dell’umido a giugno. Quindi la regione, anche se noi lo abbiamo raccolto separatamente, non ha considerato i primi sei mesi, includendo le tonnellate di umido nella differenziata. Noi, addirittura, per fare la differenziata lo mandavamo a Mantova e ci costava 250 euro a tonnellata. Adesso le cose stanno diversamente e smaltire l’umido, a Catania, ci costa 130 euro a tonnellata»..

Nel rapporto nazionale Ispra, inerente i numeri e gli obiettivi riguardo la raccolta differenziata in tutti i comuni e nelle maggiori province d’Italia, infatti, per i dodici mesi del 2020 il comune di Messina sarebbe passato da un 18,8% nel 2019 al 29,2% di tutto lo scorso anno (dato simile a quello fornito da Palazzo Zanca), con un aumento di oltre il 10% di raccolta differenziata in un anno.

Diversa, invece, la tabella pubblicata dalla Regione Siciliana, che scandisce mese per mese i numeri sulla raccolta differenziata nel 2020 nella città dello Stretto (con un picco raggiunto ad ottobre) e la cui media è pari al 22,5%, mentre nel 2019, sempre secondo il dipartimento regionale all’Ambiente, si attestava al 23,2%. Quindi molto inferiore rispetto ai dati che si riscontrano sul rapporto dell’Ispra e addirittura in decrescita rispetto alla percentuale dell’anno scorso. In realtà, mancano proprio i dati dell’umido per le prime mensilità.

Messina è l’ultimo comune della tabella. La media è 22,5% per tutto il 2020

Cosa diceva il comune di Messina? Un anno fa l’assessore Dafne Musolino e il presidente di Messina Servizi Bene Comune, Pippo Lombardo, avevano indicato come media per il 2020 il 30% (quindi, più o meno, come l’Ispra), anche se in una replica ad un articolo pubblicato da questa testata, Lombardo aveva specificato come l’obiettivo fosse quello di poter arrivare «entro la fine dell’anno 2020 al 50% di raccolta differenziata su tutto il territorio comunale».

Obiettivo non raggiunto, ma le iniziative del comune di Messina hanno comunque colpito Legambiente che mercoledì 22, ai Cantieri culturali alla Zisa di Palermo, ha consegnato una menzione d’onore all’amministrazione di Palazzo Zanca per essersi «distinto nelle buone pratiche della gestione dei rifiuti e della economia circolare», durante la “Presentazione Dossier Comuni Ricicloni” rivolta a quei comuni che hanno raggiunto una percentuale superiore al 65% di RD secondo i dati elaborati nell’anno 2020. Messina non rientra fra quei comuni, ma Legambiente ha comunque deciso di premiarla per le manovre messe in campo con l’obiettivo di «raggiungere per l’anno 2021 la percentuale media di RD del 43% e del 53,09% riferito al secondo semestre 2021», spiega il sindaco Cateno De Luca.

Anche per quanto riguarda la provincia ci sono delle incongruenze fra i dati Ispra e quelli della Regione Siciliana, con l’Ispra più “generosa” rispetto al dipartimento regionale all’Ambiente nel contare qualche punto percentuale in più. Secondo l’istituto nazionale, infatti, la città metropolitana di Messina passa dal 32,8% di raccolta differenziata nel 2019 al 38,6% nel 2020, classificandosi come terzultima (peggio solo Catania con il 36,8% e Palermo con il 29,4%).

La Regione Siciliana, invece, conta a Messina e provincia il 35,8% di raccolta differenziata. Palermo e Catania variano rispetto ai dati Ispra di appena 0,1%, quindi per il dipartimento regionale la provincia messinese è penultima, avanti solo a Palermo. Neanche le altre province si discostano molto dai dati Ispra, Messina quindi è l’unica della Sicilia che conta incongruenze rilevanti fra i dati regionali e quelli nazionali.

Di seguito il grafico con le nove province siciliane e l’andamento della raccolta differenziata nel 12 mesi del 2020 secondo la Regione Siciliana

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