MESSINA. “Più soldati, meno generali”: poco prima dell’inizio dell’incontro coi comitati provinciali di Sud chiama Nord, a Cateno De Luca, al suo ritorno a Palazzo Zanca dopo mesi, viene recapitato un regalo. L’ex sindaco lo scarta, sorride, sveste il maglioncino blu scuro che aveva e indossa il regalo, una maglietta nera con l’equazione (fronte e retro, giusto per consolidare il messaggio) “+soldati, -generali”. Che è più o meno il mantra che aveva annunciato profeticamente subito prima del flop delle elezioni europee a giugno (nel resto della Sicilia e dell’Italia, a Messina ha sbancato), e che evidentemente ha dovuto ribadire oggi che l’amministrazione di Federico Basile è nell’occhio del ciclone come mai prima.

Essendo una riunione di partito, De Luca ha annunciato il futuro di Sud chiama Nordfomentando un salone delle Bandiere pieno a più non posso. “Non è possibile che in Sicilia comandino ancora padroni col catetere, coloro che sono stati fautori dello sfascio della Sicilia, anche perchè l’alternativa è il deserto dei tartari. Questa è l’anomalia siciliana che dobbiamo smontare” è la frase che gli è valsa trenta secondi di applausi. Poi, giusto per sgomberare il campo, “Noi in Sicilia siamo in opposizione rispetto a questo centrodestra, e questo fino alla fine di questa legislatura. Per noi oggi inizia una nuova fase”.

Chiarito chi non saranno i compagni di percorso (almeno in questa fase e nel futuro prossimo), De Luca ha dovuto spiegare alla platea con chi si accompagnerà il partito, data anche l’ambizione mai nascosta del sindaco di Taormina di diventare presidente della Regione Siciliana. “Io sono pronto a fare un passo indietro, non posso continuare ad assistere alle contraddizioni della nostra terra, ma per farne dieci avanti. Posso mettere da parte la mia aspirazione a fare il sindaco di Sicilia, ma solo se si rompe questo schema. Se dovessi scegliere di fare il capo dell’opposizione, o il numero due di una nuova maggioranza, preferisco fare il numero due per uscire dall’isolamento, perchè non voglio passare per velleitario. Entro il 2025 dovremo decidere. Si chiude la fase della traversata del deserto, e se ne apre un’altra. Alla Presidente Laura Castelli e al deputato Francesco Gallo abbiamo dato e rinnoviamo il mandato di definire strategia nazionale”.

Tradotto: Sud chiama Nord non esclude alleanze, anche in ruolo subalterno, col centrosinistra, o con un centrodestra, diverso però dall’attuale. Una posizione che la platea sembra aver digerito, a giudicare dagli applausi, ma che ha provocato il mal di pancia a Ismaele La Vardera, deputato regionale di Sud chiama Nord. Subito rintuzzato qualche ora dopo da De Luca stesso.

Infine il messaggio a politici e amministratori del partito: “La fase della bambagia si chiude: ci saranno cambiamenti a fine anno per chi si è dimostrato inadeguato, per comportamenti o per mancanza di risultati”: più o meno quanto aveva affermato a fine giugno. Ultimo messaggio “erga omnes” di coesione e armonia politica: “Il sindaco è Federico Basile”.

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