MESSINA. Il finanziamento per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, dopo decine di false partenze, roboanti annunci e promesse disattese, è su carta: la legge di bilancio 2024, all’articolo 56 (Rifinanziamento di interventi in materia di investimenti e infrastrutture) illustra i passaggi e autorizza la spesa, divisa per anno e per contributo. Il problema è che non ci sono i soldi. O, meglio, non è stata trovata la quota di “fonti di finanziamento atte a ridurre l’onere a carico del bilancio dello Stato“, che al momento dovrebbe integralmente sborsare, in nove anni, la somma di 11 miliardi e 630 milioni, come specifica il testo normativo che è stato assegnato alla Commissione Bilancio del Senato e sarà approvato nei prossimi giorni.

“Al fine di consentire l’approvazione da parte del CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, ndr) entro l’anno 2024 del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina – recita l’articolo 56 della legge di bilancio – nelle more dell’individuazione di fonti di finanziamento atte a ridurre l’onere a carico del bilancio dello Stato, è autorizzata la spesa complessiva di 11.630 milioni di euro, in ragione di 780 milioni per l’anno 2024, 1.035 milioni per l’anno 2025, 1.300 milioni per l’anno 2026, 1.780 milioni per l’anno 2027, 1.885 milioni per l’anno 2028, 1.700 milioni per l’anno 2029, 1.430 milioni per l’anno 2030, 1.460 milioni per l’anno 2031 e 260 milioni per l’anno 2032″. 

Tutti soldi che al momento sborserà integralmente lo stato italiano, in mancanza di altri investitori o linee di finanziamento, che al momento non ci sono. “Entro il 30 giugno di ogni anno e fino all’entrata in esercizio dell’opera, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti presenta informativa al CIPESS sulle iniziative intraprese ai fini del reperimento di fonti di finanziamento diverse da quelle a carico del bilancio nazionale a copertura dei costi di realizzazione dell’opera. Con apposite delibere, su proposta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze, il CIPESS attesta la sussistenza delle ulteriori risorse di cui al secondo periodo indicando conseguentemente la corrispondente riduzione annuale dell’autorizzazione di spesa di cui al primo periodo. Il Ministro dell’economia è autorizzato con propri decreti ad apportare le occorrenti variazioni di bilancio”. Ovvero, quando, e se, si troveranno altri fondi, si scalerà proporzionalmente la quota parte statale: ad oggi l’unica.

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