MESSINA. «La levata di scudi della sinistra contro il Ponte di Messina è l’emblema di quel fronte del ‘no’ ideologico alle grandi opere che per troppi anni ha paralizzato il Paese, impedendone la crescita e lo sviluppo. Il mio governo è determinato a mettere in campo ogni forma di iniziativa a sostegno di questa infrastruttura strategica: siamo pronti anche a costituirci parte civile nei confronti di coloro i quali si rendessero protagonisti di azioni penali temerarie per rallentare l’opera. La Sicilia e l’Italia tutta non hanno più tempo da perdere”. Sono le dichiarazioni, riportate dall’Ansa, del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani.
Ieri, in un incontro a Messina, Angelo Bonelli, leader di Europa Verde ha annunciato la presentazione di un esposto contro l’opera. “Abbiamo messo su un pool di avvocati che sta analizzando altri aspetti che sono le questioni ambientali, delle procedure, della concorrenza, sappiano che noi non molliamo”, ha affermato.
Non si è fatta attendere la replica di Nino Germanà, che parla di una “ennesima sceneggiata di Fratoianni e Bonelli”. Secondo il senatore della Lega “dimenticano l’indagine a carico della famiglia del loro pupillo Soumahoro e vogliono condannare il Sud alla mancanza di infrastrutture. Non fermeranno il futuro, come non hanno fermato Alta Velocità o Mose”.
Bla bla bla, ohhh ma quanto siete bravi ohhh ma quanto siete belli, occupatevi di cose concrete, tra qualche decennio vivremo in un deserto se non si faranno opere, quelle sì, rivoluzionarie ed indispensabili. La verità è che il Ponte è diventato il simbolo di un braccio di ferro inutile e dannoso. Mentre anche qui si stanno osservando cambiamenti climatico epocali e che daranno un nuovo volto.