MESSINA. E’ una giornata di scirocco. Le palme su via Circuito oscillano costantemente. Gli abitanti non escono, molti sono a casa a preparare il pranzo di Pasqua che sarà consumato il giorno dopo. «Sconvolgente, non pensavamo più al progetto. Non avrei comprato questa casa e mi è crollato il mondo a dosso» Queste le parole di Rosa Cattafi che nel patio della sua casa racconta la sua storia. La casa in cui adesso vive l’aveva sempre sognata perché conosceva sia la vecchia proprietaria sia perché è vicina a sua sorella. Fuori dal suo cancello, la strada comunale, che porta verso la via principale dell’area denominata Margi, vede un alternarsi di giardini e orti e case, oltre le quali si estende il canale che collega il Pantano Grande da quello Piccolo. «Dicono che queste sono case abusive. Come se fossero quattro baracche» esordisce Cettina Lupoi, abitante del complesso le Due Torri. Cettina è una professoressa ed è terrorizzata dall’idea del Ponte perché deturpa ciò che la natura “ha chiesto di tramandare alle generazioni future”. Per lei lo Stretto è il luogo del Mito ed è una musa ispiratrice per chi lo attraversa e per chi ne scrive. Mariella Valbruzzi è, invece, tra i fondatori del Comitato No Ponte Capo Peloro che da marzo 2023 si impegna giornalmente a diffondere le notizie riguardanti il Ponte tra gli abitanti della comunità farota. Il comitato da tempo va casa per casa con cartina della cantierizzazione a informare chi abita nella zona se la sua casa verrà espropriata o dovrà cedere alcune parti per le servitù. “Siamo contrari a qualsiasi opera. Lo Stretto non si tocca. Né a Torre Faro né a Tremestieri – dichiara Valbruzzi – E’ un’opera inutile e dannosa”.

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Lillo
Lillo
7 Aprile 2024 14:02

No ponte sempre tutta la vita, tutti dovremmo scendere in piazza e bloccare tutto perché tutta la città e non solo chi vive a torre Faro subirà questo maledetto disastro.