MESSINA. Un ulteriore miliardo e 400 milioni per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina: è un emendamento presentato dalla Lega inserito nel pacchetto delle proposte di modifica alla finanziaria, riformulate dal governo per l’approvazione della manovra 2025.

Quasi un miliardo e mezzo che porta il costo dell’opera a tredici miliardi tondi, ai quali vanno aggiunti gli altri fondi che stanzierà Rfi per le concessioni ferroviarie oggetto di contratto di programma, per cui all’entrata in opera del ponte, nel 2032, il costo totale sarà di poco inferiore ai 15 miliardi di euro.

Gli 1,4 miliardi di euro disposti con l’emendamento leghista aumentano le risorse destinate all’infrastruttura rispetto agli 11,6 miliardi previsti dalla precedente legge di bilancio, anche se l’emendamento originale, anch’esso a firma Lega, ipotizzava addirittura tre miliardi.

Cambia anche la composizione dei tredici miliardi: c’è stato uno spostamento di fondi dal bilancio statale al Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), per cui la quota a carico dello Stato passa a circa sette miliardi dai 9,3 miliardi originari previsti in finanziaria 2024, mentre le risorse del FSC 2021-2027 vengono incrementate di 3,88 miliardi di euro, che si aggiungono ai 2,3 miliardi già previsti nella Manovra 2024. In totale, quindi, il ponte sarà pagato in parti quasi uguali: metà dei finanziamenti proverranno dal Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027, e metà a carico del Fondo per gli investimenti del Ministero delle Infrastrutture.

Come sempre, però, quando si parla di ponte sullo Stretto, le cifre sono piuttosto ballerine: la stessa Stretto di Messina Spa ha previsto un costo di 13,5 miliardi di euro, come illustrato nella scheda sulle infrastrutture strategiche della Camera dei deputati

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