MESSINA. Sono iniziati il 6 febbraio i lavori per la pista ciclabile a Sant’Agata, prosecuzione di quella attualmente esistente che si ferma poco prima di contrada Principe e, per la prima parte qualche centinaio di metri), si concluderanno il 3 marzo. E immediatamente sono iniziate le polemiche. Il progetto prevede la restrizione della carreggiata lato mare, direzione nord, e l’allargamento del marciapiede per la previsione di due corsia ciclabili, ma sin dall’inizio è stato contestato in maniera molto veemente. I primi sono stati i consiglieri del VI quartiere, che avevano chiesto la modifica del progetto, paventando disagi alla circolazione dovuti alla restrizione della carreggiata, e l’assenza di parcheggi. Al coro degli scontenti si è aggiunto l’ex candidato a sindaco del centrosinistra Franco De Domenico, che in campagna elettorale aveva presentato un progetto che prevedeva che la pista ciclabile passasse invece dal lungomare. Lo stesso tracciato era stato approvato in consiglio comunale dalla prima commissione consiliare nel 2021, ma l’amministrazione ha proseguito col progetto originario. “Tutti siamo a favore delle piste ciclabili, ma non dove mancano le condizioni, anche di sicurezza per realizzarle – ha scritto De Domenico in un post sulla sua pagina Facebook – Volere completare a tutti i costi la pista ciclabile nel tratto tra Principe e Sant’Agata è un atto di arroganza e di insensibilità nei confronti delle unanimi istanze dei residenti, dei rappresentanti della circoscrizione, dei commercianti e dei titolari delle numerose imprese e, più semplicemente, di chi ogni giorno percorre quel tratto di strada, che da anni chiedono ascolto senza essere presi in considerazione. Nessuno, tra chi poteva intervenire, domani si rammarichi o protesti perché le attività dovranno chiudere, perché ci saranno incidenti, perché si verificheranno ingorghi, perché le ambulanze resteranno bloccate, perché d’estate il traffico impazzirà più del solito, perché oggi tutto ciò è facilmente prevedibile e non si sono volute adottare le soluzioni più logiche. Tutti hanno proposto la soluzione più logica: spostare la pista ciclabile sul lungomare, il più ampio e sicuro, in quanto difeso dai massi, di tutta la città. Peraltro la realizzazione della pista avrebbe consentito di riqualificare tutto l’arenile, che non è proprio un belvedere e avrebbe consentito a chi fruiva della pista di godere di un panorama mozzafiato. Ma forse tale soluzione avrebbe disturbato la quiete di qualcuno. È stato detto che c’è un parere del genio civile, risalente a oltre 10 anni fa, che non consentirebbe la realizzazione della pista sull’arenile. Io l’ho letto e, a parte considerazioni datate, il fulcro del ragionamento è basato sulla impossibilità di realizzare strutture in cemento sull’arenile. Bene, si poteva rimediare con una moderna pista in materiali ecologici, in buona sostanza con una vera pista green”, ha concluso De Domenico

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