MESSINA. Si torna a parlare della piscina Cappuccini e delle esose tariffe per fruirne. A metterne sotto la lente la situazione è il gruppo consiliare pentastellato che ha depositato in Aula la relativa documentazione nel corso della 5° Commissione Consiliare di mercoledì 24 Ottobre. L’intervento del Movimento fa seguito a una mozione, presentata precedentemente.

La vicenda è emersa in seguito alla contestazione da parte delle società sportive di nuoto, impossibilitate a far fronte al notevole aumento delle tariffe per gli spazi-acqua, entrate in vigore con una delibera di aprile 2018, che ha determinato un incremento quantificabile nel 600% per il nuoto e nel 750% per la pallanuoto.

«In risposta a tale emergenza l’Assessore allo sport Giuseppe Scattareggia si è limitato a chiedere con una nota al gestore degli impianti l’applicazione dello sconto del 60% sulle tariffe, confidando in un benevolo accoglimento che allo stato non si è verificato, per cui oltre 300 atleti messinesi non hanno ancora potuto iniziare la loro stagione sportiva. A ciò va aggiunto che alle Associazioni Sportive che si occupano di persone con disabilità si applica la tariffa piena, non prevedendo alcuna riduzione o esenzione, Insomma, tutti fuori dall’acqua! Tranne la waterpolo Messina!», sbotta il gruppo consiliare, che ricostruisce l’iter della vicenda.

«Nel 2011 il Comune di Messina ha affidato all’Associazione sportiva dilettantistica Waterpolo Messina, la gestione dei servizi per il funzionamento della piscina Cappuccini. L’affidamento prevedeva l’assunzione di precisi obblighi, e nonostante gli siano state versate le quote dai numerosissimi utenti, ha prodotto un debito nei confronti del Comune di Messina, che al 31.12.2017 era stato quantificato in euro 482.635,34».

«L’Amministrazione di Renato Accorinti, a fine mandato, approva e stipula un “Atto di Transazione” con la società Waterpolo, rappresentata da Felice Maria Genovese, che rivestiva anche il ruolo di presidente del Collegio Revisori ATM (nominato da Accorinti ). Per effetto di tale transazione, cambiano le originarie condizioni e, successivamente, vengono aumentate le tariffe di utilizzo dell’impianto per le organizzazioni sportive, al fine di permettere il rientro del debito>>

Si ritiene necessario intervenire sulla questione gestionale e organizzativa dell’impianto, sul recupero del debito prodotto e, prioritariamente, sulla modifica delle tariffe per consentire a tutti la ripresa delle attività natatoria.
«L’Amministrazione ha l’obbligo di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono la fruizione di un pubblico servizio, poiché a pagare non possono di certo essere gli atleti o i ragazzi che credono nello sport ».

Sull’argomento era stata presentata un’interrogazione dal consigliere di LiberaMe Alessandro Russo, alla quale aveva fatto seguito una spiegazione da parte dell’ex assessore allo Sport Sebastiano Pino.

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