MESSINA. “Bastano due gocce d’acqua e a Messina non si cammina più”: una di quelle frasi ormai tradizionali che però contengono in sé verità inoppugnabili. Le strade si allagano, il traffico va in tilt, riemergono vecchi ed atavici problemi.

Un primo assaggio, del ritorno di questi problemi, si è avuto oggi, ad orari diversi, in cui qualche decina di minuti di piogge, neanche torrenziali, hanno ridotto le strade in pianura in laghetti, e quelle in pendenza in corsi d’acqua. Ed è così per tutte le zone della città, da nord a sud.

I problemi? Sempre quelli, sempre noti: l’acqua piovana non riesce a defluire nelle canalette di scarico, otturate da foglie e spazzatura, non viene incanalata nel sistema fognario, e resta in superficie. Errori progettuali nella realizzazione di pendenze e scoli fanno il resto.

Risultato? Chi ha la sventura di camminare a piedi si ritrova con l’acqua oltre le caviglie, e quindi decide saggiamente di prendere l’auto. Contribuendo così ad aumentare il traffico, storicamente non esattamente disciplinatissimo, per usare un eufemismo. E la città va in tilt.

Soluzioni? Nessuna, apparentemente. Messinambiente, da qualche mese, sta pulendo con molta più assiduità i marciapiedi e spazzando le strade: questo, in teoria, dovrebbe garantire che le grate di scolo restino libere. Dovrebbe. Perché dopo due giorni, strade e marciapiedi tornano ad essere i letamai dei quali i messinesi, che contribuiscono a farli diventare letamai gettando per terra di tutto, si lamentano. E tutto ricomincia sempre come prima, ad ogni pioggia. In un eterno ritorno (…non è un caso che Nietzsche abbia trascorso qualche tempo in città)

 

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