MESSINA. Prima la commissione toponomastica del comune di Messina boccia la proposta di intitolare una piazza alle vittime dei femminicidi. Poi interviene il gruppo Pari opportunità di Cambiamo Messina dal basso, promotore dell’intitolazione, stigmatizzando la bocciatura (e sottolinenando come in commissione, su dieci membri sieda solo una donna). Oggi a tentare di mediare arriva l’amministrazione comunale.

L’assessora alle pari opportunità, Nina Santisi, e l’assessore alla toponomastica, Federico Alagna, preso atto del diniego della commissione Toponomastica che ha rigettato l’intitolazione alle vittime di femminicidio di una piazza della nostra città, invitano la commissione a rivedere questa decisione. “In molte città, da tempo, vengono intitolati parchi, giardini, piazze per ricordare le moltissime donne strappate alla vita da chi diceva di amarle – si legge in un comunicato diffuso dai due asponenti dell’amministrazione –  Anche Messina può e deve avere una piazza o via che onori la memoria di tutte le donne vittime di femminicidio che hanno perso la vita per mano dei loro mariti, conviventi, fidanzati, uomini che ritenevano di esserne possessori e che perciò le hanno assassinate, liberi di disporre delle loro vite. Pertanto – continuano Santisi e Alagna – così come questa Amministrazione e questi Assessorati sostengono tutte le iniziative che vanno nella direzione del contrasto a ogni forma di violenza di genere e al femminicidio, con azioni di sensibilizzazione, informazione e prevenzione, allo stesso modo si ritiene che l’intitolazione di una piazza o una via abbia la stessa valenza simbolica e lo stesso significato di monito alla memoria e di antidoto all’indifferenza. Il Comune, infatti, al pari delle altre istituzioni, ha il preciso dovere di trasmettere segnali forti, chiari e inequivocabili contro la barbarie della violenza di genere, e del femminicidio in particolare, e l’intitolazione di una piazza o di una via alle vittime di tale fenomeno – conclude la nota – è un’azione fondamentale alla quale questa istituzione non può sottrarsi”.

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