MESSINA. Dopo la bocciatura da parte della Commissione Toponomastica, che ha rigettato l’intitolazione di una piazza alle vittime di femminicidio  all’ingresso dell’ospedale Papardo, arriva la replica del “Gruppo pari opportunità di Cambiamo Messina dal basso”, che in un nota esprime la sua perplessità sulle motivazioni del diniego, definite ingiustificate e ingiustificabili.  La commissione (il cui unico membro femminile è Emilia Barrile, assente in quella seduta) ha bocciato la proposta “perché non è il modo migliore per onorare le vittime del femminicidio”.

«A Messina – si legge in un comunicato del Gruppo- recentemente è stata intitolata una rotatoria alle vittime della strada e sul lavoro perché a nessuno è venuto in mente che “non era il modo migliore per onorarle”, così come è altresì in discussione il giusto ripristino di Piazza Vittime dell’Alluvione. Inoltre, la nostra proposta non è certo un caso isolato in Italia e anzi, abbiamo avuto come esempio quanto fatto in altre città, che hanno dedicato alle vittime di femminicidio una piazza (come a Siracusa e Priolo) o un giardino (Torino, Firenze, Bari, Potenza). Ci chiediamo quindi quanto abbia pesato nella formulazione di tale responso la composizione stessa della Commissione Toponomastica, costituita quasi esclusivamente da uomini, ad eccezione della Presidente del consiglio, peraltro quel giorno assente».

«Riteniamo questo giudizio – prosegue la nota – profondamente diseducativo, offensivo e smaccatamente incoerente rispetto a scelte analoghe e sottolineiamo che si abbatte come una scure sull’operato del gruppo Pari Opportunità di “Cambiamo Messina dal basso”, dopo un’estate di polemiche e ostilità manifeste, generate dalla presentazione del progetto di intitolazione di 21 vie alle 21 Madri costituenti, a dimostrazione che chiamarsi “Cambiamo Messina dal basso” non ci favorisce affatto nelle iniziative proposte e al contrario, spesso ci ostacola. Alla Giunta Municipale e al Consiglio Comunale chiediamo pertanto di unirsi, accordarsi, stare finalmente con le donne e dalla parte delle donne, scegliendo di declinare al femminile le commissioni comunali e prevedendo la presenza di un sesso non inferiore al 40 %, a partire dalla Commissione Toponomastica, come previsto dall’atto di indirizzo sul tema delle pari opportunità n. 203 del 22 marzo 2016, emanato in occasione del 70° Anniversario del primo voto libero democratico a suffragio universale. Ne deriva che la composizione stessa della Commissione Toponomastica dovrebbe cambiare radicalmente, affinché siano presenti componenti femminili che abbiano esperienza sul tema delle pari opportunità e siano messe in condizione di rappresentarle».

«Concordiamo sul fatto – concludono i componenti e le componenti del Gruppo – che una piazza intitolata alla vittime di femminicidio non sia di certo sufficiente per ammonire su un fenomeno tanto esteso e radicato, così come non lo sono tuttavia una locandina, una panchina dedicata, una sedia con un drappo rosso e/o le tante manifestazioni a riguardo: si tratta di segni, indirizzi attraverso cui far riflettere, stimoli culturali perché il femminicidio sia collettivamente riconosciuto e stigmatizzato. Se si nega questa improcrastinabile necessità, si compie un atto di inciviltà e violenza, per giunta in prossimità della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne».

 

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