MESSINA. Aveva suscitato curiosità all’inizio, diffidenza dopo qualche mese, odio aperto dopo il primo anno, quando la mancata manutenzione l’aveva fatto deteriorare, scolorire, spezzare e aveva provocato cadute. Oggi, dopo sedici anni, il parquet abbandona piazza Cairoli, nel tripudio dei più e col rimpianto di pochissimi.

 

 

Con l’aggiudicazione alla G.R. Costruzioni di Torregrotta dell’appalto per la sostituzione della pavimentazione in legno con materiale lapideo, per un importo contrattuale da 218mila euro, un’epoca si chiude: quella del legno Iroko, utilizzato nel progetto originario da Cesare Fulci, ingegnere messinese il cui studio ha progettato il restyling della piazza, funzionale all’introduzione della linea tramviaria nel 2003.

Cosa prevede l’intervento? Intanto l’uso di materiali tipici e “caratteristici della tradizione locale”, si legge nella relazione, in questo caso elementi in pietra lavica dell’Etna con superficie a vista bocciardata antiscivolo, di colore grigio. “Materiale particolarmente adatto per la pavimentazione e le finiture di arredo urbano, esteticamente gradevole per le sfumature di colore”, scrivono i progettisti Nino Principato e Salvatore Corace nella relazione tecnica.

 

 

Non solo: “Saranno sostituiti gli anelli metallici di base delle quattro colonne a sostegno del grande portale, oggi corrosi dalla ruggine, e saranno dismessi i pannelli metallici della controsoffittatura della copertura interna nella lunga pensilina lato monte. Anche la copertura esterna in materiale plastico ondulato sarà dismessa e sostituita da lastre ondulate o grecate in acciaio. Sarà infine messa a dimora una palma Washingtonia robusta quale elemento di segnalazione percettiva, a distanza, della piazza, inserita in un sistema di seduta in muratura rivestito con lastre di Perlato di Sicilia bianco di spessore 3 centimetri”, spiega la relazione

Piazza Cairoli fu realizzata quando il 6 febbraio 1869 venne approvato il piano regolatore di ampliamento del lato sud di Messina redatto dall’architetto Spadaro, nel quale era compresa una considerevole zona fra il torrente Portalegni (oggi via T. Cannizzaro), via Porta Imperiale, il torrente Zaera (oggi Viale Europa) ed una linea indeterminata sul lato est. Negli anni conobbe parecchi mutamenti, dall’aspetto dimesso col palo della luce in mezzo, a fare da spartitraffico, degli anni ’70, a grande rotonda per il restyling di metà anni ’80 in occasione della visita a Messina di papa Giovanni Paolo II, fino all’attuale aspetto, frutto del rinnovamento in funzione del tram.

 

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