MESSINA. Non sta raccogliendo troppi entusiasmi la proposta, inoltrata a Capodanno dal sindaco Cateno De Luca, di costituire un intergruppo che possa, ovviare alla circostanza per cui l’attuale amministrazione non ha in aula nemmeno un consigliere comunale a supporto (questo in teoria, visto che in pratica tutto quanto proposto da De Luca è passato liscio dalle “forche caudine” del voto).

Dopo il “no grazie”  del Partito Democratico (tramite il coordinamento del partito, non i consiglieri comunali), che ha ribadito di stare all’opposizione, senza troppi inciuci, oggi il sindaco incassa il “no” di lega e Forza Italia. No che però non è tassativo, ma lascia molti spiragli, che De Luca si è dimostrato molto, molto abile a cogliere nei mesi scorsi.

Secondo Benedetto Vaccarino, capogruppo in aula di Forza Italia (che la prende molto larga), “abbiamo sposato il “Salva Messina”, valutando positivamente il percorso di risanamento sottoposto al Consiglio e, quindi, dando il nostro contributo positivo in aula senza “aprioristicamente” bloccare l’attività amministrativa proposta, nè diventando portavoce nè condizionati da quei “fattori esterni” evocati arbitrariamente dal sindaco offendendo la dignità ed il ruolo di consiglieri”.

“Come possiamo noi Consiglieri condividere aprioristicamente una programmazione amministrativa predisposta solo ed esclusivamente dalla Sua Giunta e dai Presidenti delle Sue partecipate?; non basta la lettura di 47 pagine per poter esprimere giudizi o dare adesione fideistica quando il “pallino” della conoscenza e della gestione è solo ed esclusivamente nelle sue mani!”, domanda piuttosto stizzito Vaccarino.

E quindi? “Le chiediamo come gruppo nel continuare a predisporre le delibere conseguenti al “Salva Messina”, con l’integrazione del “Cambiamo Passo” che se funzionale al perseguimento degli obiettivi da Lei segnalati troverà nel mio gruppo l’approvazione dopo aver attentamente monitorato ed approfondito le singole delibere con il supporto del Segretario Generale e dei Dirigenti per garantire sempre la legittimità delle delibere. Le confermo, a nome del mio gruppo, che garantiremo la nostra presenza a tutti quegli atti amministrativi di competenza del Consiglio funzionali al miglioramento finanziario del Comune, allo snellimento amministrativo, ad un uso più efficiente ed efficace delle partecipate, all’incremento dell’occupazione giovanile, agli investimenti produttivi.”, annuncia Vaccarino, rispedendo al mittente l’invito a far parte dell’intergruppo e ad approvare ad occhi chiusi la piattaforma “cambio di passo”, ma tenendosi “a disposizione” qualora le delibere lo convincano.

La chiusura, però, è al veleno. “Altri prima di Lei hanno in maniera forse più democratica e paziente interloquito sempre con l’aula. Non può sempre calcare la mano con una costante strategia della tensione che non giova a nessuno, ma soprattutto a Lei che corre il rischio di vanificare con una eventuale nuovo ricorso alle urne il lavoro sin qui fatto. Se Lei ritiene che non ci siano più i presupposti per continuare nel Suo lavoro, allora tragga le conclusioni che riterrà più opportune, evitando di addossare al Consiglio tutte le responsabilità di una eventuale chiusura anticipata del suo mandato. Noi abbiamo sempre fatto il nostro dovere di Consiglieri, l’elettorato trarrà le dovute conseguenze e Lei sarà ben lieto di crogiolarsi in questa “mania” di perenne campagna elettorale”.

Non dissimile (anzi, praticamente sovrapponibile) la risposta di Lega e Bramanti sindaco, i cui quattro consiglieri si affrettano a “manifestare ufficialmente la propria distanza da questa paradossale iniziativa”.

“Avremmo fatto volentieri a meno di entrare nel merito di questa ennesima provocazione-ingiunzione nei confronti dei consiglieri”, esordiscono Dino Bramanti, Giovanni Caruso, Pierluigi Parisi e Giovanni Scavello, iniziando a tirare sberle. Se le proposte che votiamo favorevolmente ci vedono in linea con il miglior obiettivo per la città, il nostro sostegno è assicurato. Ciò non vuol dire che siamo d’accordo con quel proponente sul piano ideologico, politico o programmatico. Autonomi, come dicevamo, nella minoranza che qualche volta si può ritrovare a coincidere con qualche troncone vagante di “pseudominimaggioranza”. E’ a questo ultimo abominevole abortivo nucleo politico che il signor Sindaco vorrebbe dare un ruolo e un nome portandolo alla luce con cognomi e numeri. Solo così gli sarebbero consentiti tempi e risultati certi!”.

Anche qui, conclusione al curaro, ma più verso il comportamento ambiguo di alcuni colleghi d’aula. “E’ giusto che chi è con lui lo dichiari ufficialmente e vada a costituire il neopartito del sindaco, alla luce del sole. In fin dei conti è un atto scontato ed evidente, senza infingimenti o ambiguità. Chi non appartiene, come noi, a questo schieramento occulto o manifesto, lo dica ufficialmente, ma si comporti coerentemente alle dichiarazioni ufficiali”, concludono i quattro della Lega.

 

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