GALATI MAMERTINO. SOlo 25 arbusti, poi sarà definitivamente scomparsa dalla faccia della terra: è la Petagna, una pianta che esiste solo sui Nebrodi. Per capire come tutelarla dalla scomparsa, oggi alle 16 a Galati Mamertino, nell’incubatore di imprese dei nebrodi “Seminario” si terrà un workshop.

La Petagna – scientificamente nota con il nome di Petagnaea gussonei (Spreng.) Rauschert (=Petagnia saniculifolia Guss.) – è una pianta relitta della famiglia delle Apiaceae, appartenente ad un genere arcaico, filogeneticamente assai isolato. La specie è esclusiva dei Monti Nebrodi, dove conserva pochissime stazioni residuali (circa 25), localizzate tra i territori di Longi, Galati Mamertino, Tortorici ed Ucria; vive qui lungo i bordi di alcuni ruscelli ombrosi caratterizzati dalla continua presenza di acqua nel substrato. Per la sua unicità e la rarità è considerata una specie d’interesse comunitario, compresa nell’elenco delle entità protette della Convenzione di Berna, in liste rosse (sia nazionale che regionale) e tra le “Top-50 Mediterranean Island Plants”. Alcune delle stazioni ricadono nel Parco dei Monti Nebrodi, nella Riserva Vallone Calagna (Tortorici) e nel SIC ITA030002 (Torrente Fiumetto-Pizzo d’Ucina, Galati Mamertino), altre ancora sono escluse da vincoli di tutela.

Il workshop vuole pertanto costituire un momento di confronto fra gli enti gestori, ricercatori, rappresentanti dei Comuni, professionisti e cittadini interessati sulle principali criticità che caratterizzano questa emblematica specie Petagna e le priorità di intervento finalizzate alla conservazione delle sue popolazioni residuali. Scopo dell’incontro sarà dunque ascoltare e raccogliere le diverse esperienze e suggerimenti gestionali, nell’ottica di predisporre ed implementare un Piano di Azione per un Progetto LIFE, principalmente finalizzato alla conservazione degli habitat in cui vive la specie.

Nel corso del workshop verranno sviluppate le principali tematiche che riguardano la gestione delle aree e dei siti di rifugio della specie, nonché l’opportunità di tentare una sua reintroduzione in situ, in stazioni dove la specie era nota e poi si è estinta, valutando l’opportunità del ripristino di alcuni habitat legati agli ambienti umidi in cui vive la specie. Verranno altresì contemplati altri fattori di minaccia per la specie, come la possibile conciliazione con il prosciugamento delle sorgenti o e delle stesse aree umide per finalità agricole, le attività di pascolo, le attività turistico-ricreative, gli interessi privati nella conservazione dei siti, le eventuali necessità di adeguamento/miglioramento delle normative, le problematiche inerenti la valutazione di incidenza ecc.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments