MESSINA. Non sarà il maltempo degli ultimi giorni a “salvare” Messina e i suoi pozzi dalla siccità. Non sono, infatti, solo i lavori di riqualificazione della rete avviati da AMAM e Comune (uno dei quali previsto per il 19 gennaio) a limitare la normale erogazione d’acqua in città, ma anche un abbassamento di disponibilità a partire dalla fonte, carenza che si è verificata in tutta l’Isola (e in tutta la nazione). Secondo il Sias, il servizio informativo agrometeorologico regionale, la situazione dell’isola è “drammatica”: dicembre del 2023, con soli 5 giorni piovosi di media, ha confermato un secondo semestre dell’anno caratterizzato da una “preoccupante scarsità di piogge”, segnando un periodo di siccità senza precedenti dal 1921, che ha superato persino le gravi siccità degli anni ’70 e ’80, nonché quella del 2002. In pratica, se la Sicilia non è ancora a rubinetti totalmente secchi, lo deve alle anomale piogge di maggio e giugno.

Eppure il 2024 è iniziato con giorni di piogge, anche intense, allora cosa manca? Secondo gli studi del Sias al termine di prolungati periodi di siccità, le prime piogge non vanno a rifocillare le fonti, ma a ricostruire la capacità idrica del suolo, esaurita a causa dell’evaporazione e dell’evapotraspirazione da parte delle colture o della vegetazione spontanea.

Dunque piogge a bassa intensità di precipitazione (come quelle che hanno caratterizzato la settimana dall’8 al 12 gennaio) permettono all’acqua di infiltrarsi nel suolo lentamente ed essere assorbita senza strabordare. Ma quanta acqua serve al suolo per rifocillarsi? Questo dipende dal tipo di terreno, dalla sua profondità, dalla struttura e da un’eventuale copertura vegetale. “Mentre suoli molto sottili o sottili – spiegano dal Sias- possono arrivare a saturazione già con meno di 20 mm di pioggia, suoli profondi e sabbiosi sono in grado di assorbire anche oltre 100 mm di pioggia senza arrivare a saturazione. In genere, un suolo mediamente profondo, di medio impasto e coperto da vegetazione, può assorbire senza arrivare a saturazione anche 50-60 mm di pioggia caduta con bassa intensità.”

È questa la ragione principale per la quale le ultime piogge, anche se intense a zone, non hanno apportato modifiche significative alla capacità delle fonti siciliane, ma nella maggior parte dei casi sono andate a ricostituire le riserve idriche dei suoli. “La fase piovosa ormai quasi in esaurimento è stata quindi un ottimo evento per il superamento degli effetti negativi della siccità, soprattutto in campo agricolo -spiegano dal servizio-  ma serviranno ulteriori piogge significative per permettere ai suoli di rilasciare quei quantitativi utili a ricostituire le riserve idriche nei corpi idrici sotterranei e superficiali”

 

 

 

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