MESSINA. Una canzone in dialetto messinese che parla di infanzia, ricordi, valori e tradizioni semplici. Di quando per essere felici bastava davvero poco (“Non aviumu nenti ma ridiumu sempri”), fra giochi spensierati, “ciauru di tajuni” e bagni a mare: polaroid di un tempo “lontano” che raccontano un senso di comunità che rischiamo di perdere per sempre. 

Si chiama “Palluni ruccati” il nuovo brano di Alessandro Capurro, in arte “Novo“, il cui video – molto bello – è visibile da ieri su YouTube.

Realizzato con la collaborazione di Mario Incudine (ai cori) e Dario Lisitano (“grazie al quale ho trovato la mia strada sonora”), è un pezzo poetico ed evocativo, intriso di amore per Messina, che nasce dalle esperienze di vita del cantautore, cresciuto nei quartieri popolari della città.

Il video, ambientato interamente a Messina, è diretto dallo stesso Alessandro e da Carlotta Ingemi, che si è occupata inoltre di montaggio e scenografia. A collaborare anche Giuseppe Spuria (fotografia) e Marco Gismondo (drone).

 

«Io – racconta Alessandro – sono nato e cresciuto in contesti popolari (fra le “case gialle” e soprattutto Camaro San Paolo, a cui è legato il mio immaginario): luoghi in cui spesso si aveva poco (o niente) ma si percepiva un grande senso di comunità e connessione».

«La mia non vuole essere in alcun modo una “apologia” delle baracche, quanto piuttosto una riflessione e una denuncia nei confronti di un concetto di decoro, asfittico e spesso distorto, che ingabbia le persone in cubi di cemento, isolandole e privandole della loro identità. Il mio obiettivo, al di là dei luoghi comuni e delle frasi fatte che spesso ascoltiamo, è dimostrare che la vita è degna di essere vissuta in qualsiasi contesto. Io ho conosciuto persone con grande dignità, malgrado avessero poco o nulla, che avevano la fortuna di potersi identificare in una comunità: stavi lì in mezzo ed eri parte di qualcosa, mentre adesso in tanti hanno perso l’unica ricchezza che avevano, a fronte di una socialità che è ormai appannaggio esclusivo dei luoghi destinati al consumo», prosegue il cantautore, che lancia la sua invettiva anche contro il concetto di ipersecuritarismo (“stutaru i fochi a mare”, “cacciari a genti di stradi”): «Spesso ciò che è comunitario (penso a tradizioni secolari come la “bamparizza” di Torre Faro) viene disgregato a fronte della mera apparenza. Il mio non è un urlo passatista, anche se ovviamente c’è della nostalgia: è più un urlo di “ribellione” per mostrare che si rischia di perdere ciò che è indispensabile all’uomo per essere tale».

La scelta del dialetto? «È stata una decisione un po’ radicale, con l’intento di andare a trovare quelle parole spesso definite “zalle” e cercare di restituire la loro dignità e la loro poeticità. Per quanto riguarda il ritornello, invece, mi piace pensare che il “niente” di cui parlo fosse un vuoto in cui ci poteva stare ogni cosa: nonostante tante situazioni poco piacevoli il sorriso al tempo non mancava mai a nessuno».

 

L’AUTORE. Alessandro Capurro, in arte Novo, classe 1988, è un cantautore messinese collocabile nel panorama pop/folk.

All’età di 25 anni, nel 2013, con Danilo Donato (chitarrista), Mirco Sapienza (batteria) e Giuliano Cento (basso) fonda i Pro Bono, band con la quale inciderà due demo, “Delocalizzescion” e “Lento Lamento”.

Terminata l’esperienza con i Pro bono nell’estate 2014, grazie al batterista ed amico Mirco Sapienza entra in contatto con la JWolf productions e conosce il tastierista ed arrangiatore Dario Lisitano, con il quale inizia a lavorare al suo primo lavoro da solista.

Il 19 giugno del 2016, su youtube, pubblica il suo primo singolo “Generazione 1000 euro?” in attesa del lancio definitivo del suo ep, mentre a maggio 2017 pubblica il video del suo nuovo singolo “Sulle Spiagge di Lei”.

Nel luglio 2017 esce con il suo primo ep autoprodotto, “Per non impressionarci più”, contenente sei brani inediti, uscita accompagnata dal videoclip del brano “Prima della regina”. Il tutto viene presentato alla radio messinese “RadioStreet”.

Nel corso della sua carriera ha partecipato a numerose manifestazioni e contest, fra i quali “Messina OlymParty”, il LoveMeFest” e l'”Antillo Folk Fest” (di cui vince il primo premio). Ha inoltre aperto i concerti degli Zero Assoluto (nel 2017) e di Eugenio Bennato, Mario Incudine e Peppe Servillo (nel 2019).

 

 

 

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