MESSINA. “La figura di direttore generale verrà eliminata anche dalla pianta organica di Palazzo Zanca, poiché tale ruolo non è previsto nel progetto politico della mia Amministrazione. Intendiamo ridurre i costi della burocrazia per liberare risorse finalizzate alla creazione di nuovi servizi”.

Lo aveva dichiarato Cateno De Luca il 27 giugno 2018, praticamente all’indomani del suo ingresso a Palazzo Zanca da sindaco, annunciando il “benservito” ad Antonio le Donne, che sarebbe rimasto ancora qualche mese come segretario generale, ma che era stato sollevato dal ruolo di direttore generale che gli aveva conferito Renato Accorinti.

E invece un anno e mezzo dopo, la figura non solo ritorna, nonostante De Luca avesse affermato che il ruolo non era previsto nel suo progetto politico, ma contrariamente a quanto era stato annunciato, sarà pure pagata (come lo era Antonio Le Donne, e come impone la legge) malgrado l’intenzione di ridurre i costi della burocrazia.

A Rossana Carrubba, segretario generale di Palazzo Zanca (e da qualche mese direttore generale “a tempo”), sono state attribuite le funzioni da direttore generale a partire dal I gennaio e fino alla scadenza del mandato, che è fiduciario e nelle mani esclusive del sindaco, che ha potere di nomina e di revoca.

Rossana Carrubba ricopriva già di fatto il ruolo da direttore generale dal 1 luglio 2019, per le “attività di coordinamento” della riorganizzazione dei dipartimenti e dei dirigenti del Comune. Secondo De Luca, che ha firmato l’ordinanza di nomina, è più economico accorpare le due figure in una sola persona, Rossana Carrubba che, scrive De Luca, “nel semestre di svolgimento dell’incarico ha dimostrato di possedere le attitudini e le capacità professionali per proficuo adempimento anche delle funzioni direttoriali”.

Quale è la differenza, quindi, dell’incarico che partirà a gennaio rispetto a quello che già Rossana Carrubba già svolgeva? La retribuzione, che De Luca spiegava sarebbe stata risparmiata con la cancellazione della figura dalla pianta organica, avendola tolta a Le Donne. Una circolare del ministero dell’Interno, infatti, spiega che l’attribuzione al segretario generale del ruolo di direttore generale, comporta l’obbligo di una corresponsione aggiuntiva, la cui quantificazione spetta alla giunta.

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