MESSINA. A poche ore dall’entrata in vigore della nuova ordinanza “lockdown” che il sindaco Cateno De Luca annuncerà a breve in una diretta, Il laboratorio di partecipazione politica MessinAccomuna diffida il primo cittadino dall’adottare “provvedimenti non autorizzati per la gestione della corrente pandemia”, “al fine di evitare ogni possibile illegittimità nei comportamenti degli amministratori locali e di rasserenare i cittadini sulla validità dei provvedimenti in vigore e sulla gerarchia delle disposizioni cui sono tenuti ad attenersi”.

«Ieri pomeriggio – spiegano in un comunicato stampa – le cittadine e i cittadini aderenti al laboratorio di partecipazione civica messinAccomuna hanno inviato al Sindaco Cateno De Luca una circostanziata lettera, diffidandolo dal reiterare l’ordinanza sindacale n. 5 del 10/01/202. Se non se ne fosse accorto, Messina è “zona rossa” per ordinanza regionale. Non servono nuove e finte ordinanze nulle, lui dovrebbe adoperarsi per coordinare il controllo del territorio e per fare rispettare le norme e i vincoli già imposti dalle autorità competenti (per legge, in emergenza sanitaria di carattere non locale, ma nazionale, la Regione e il Governo). Ogni suo intervento aggiuntivo è una presa in giro: una farsa, un atto nullo ai sensi del Testo Unico degli Enti Locali.Gli eventi surreali dei giorni scorsi – proseguono – dimostrano solo una cosa: De Luca è totalmente inadeguato. Incapace di gestire non solo l’emergenza sanitaria, ma anche il rapporto con le istituzioni e la città di Messina. Il Sindaco, massimo responsabile della salute pubblica non ha fatto nulla nella pausa estiva: non ha proposto alcuna collaborazione all’ASP per i tracciamenti, non ha fatto  alcuna ricognizione delle criticità operative, non ha proposto alcuna soluzione con protezione civile e vigili urbani, non ha programmato i tempi della città o la mobilità sostenibile, non ha supportato didattica a distanza o consegne domiciliari delle vendite per i commercianti, insomma: non ha fatto nulla di utile (a parte l’inutile sanificazione della sabbia, in possibile danno erariale). Ora ecco: #cicuppalapaglia (e i messinesi). Non ne possiamo più dei suoi scaricabarile. Siccome è in crollo di consensi (fallimento della manifestazione di popolo) e politicamente isolato (fallimento del Consiglio Comunale convocato dai pochissimi “fedelissimi”) – scrivono ancora – sfoggia la sua scurrile maleducazione per recuperare ascolti, prova a ricattare la Regione e pone ultimatum di facciata: un eventuale provvedimento di censura a carico di La Paglia verrà esibito da lui come sua enorme vittoria politica, una “giusta causa” per revocare le finte dimissioni. È una sceneggiata inaccettabile. Questo non è un sindaco”.

Di seguito invece il contenuto della diffida, inviata a De Luca e alla segretaria generale Rossana Carrubba:

«Gli scriventi cittadine e cittadini aderenti al laboratorio di partecipazione civica messinAccomuna apprendono che in una diretta FB rivolta alla cittadinanza Ella ha espresso l’intenzione di reintrodurre (o “ri-emanare”) l’ordinanza n. 5 del 10 gennaio u.s., con la quale aveva introdotto restrizioni aggiuntive agli spostamenti delle persone e alle attività di vendita nella città di Messina a “rafforzamento” delle misure restrittive definite dall’Ordinanza Regionale n. 6 del 9/01/2021 che dichiarava la città “zona rossa”, data la locale condizione epidemiologica. Già nella scorsa stagione di marzo-aprile (primo lockdown nazionale decretato a controllo e governo della pandemia) Ella si era reso protagonista di una iperproduzione di ordinanze poi revocate o dichiarate inefficaci dal Prefetto, in quanto incompatibili coi provvedimenti nazionali. Tali scomposti interventi ordinativi hanno creato disorientamento e sconcerto nella cittadinanza. Come Lei non può non sapere, tutte le ordinanze sindacali non espressamente autorizzate dai superiori livelli di governo sono nell’attuale fase illegittime ed estranee al perimetro del potere di ordinanza definito dall’art. 50, c. 5 del Testo Unico degli Enti Locali, il quale recita testualmente: in caso di emergenze sanitarie … a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale. (…) Negli altri casi l’adozione dei provvedimenti d’urgenza …, spetta allo Stato o alle regioni in ragione della dimensione dell’emergenza”. Non potendosi dubitare che l’attuale pandemia, opportunamente normata dai previsti e legittimi interventi legislativi e amministrativi del Parlamento, del Governo e della Regione, costituisca emergenza a carattere nazionale (in verità, globale) e che in nessun modo essa possa essere considerata di carattere “esclusivamente locale”, appare chiaro che, ai sensi della vigente normativa, l’attività ordinativa dei Sindaci relativa alla gestione della corrente emergenza sanitaria può trovare validità ed efficacia solo ed esclusivamente nell’ambito dei sovraordinati provvedimenti regionali e governativi. Ne consegue che le ordinanze eventualmente emanate dai Sindaci al di fuori delle previsioni espressamente definite nei predetti provvedimenti NON SONO COERENTI con le competenze definite dalla legge e sono, pertanto assunte IN ABUSO DI POTERE. Inoltre, quando le stesse riferissero nella parte motiva tra i presupposti normativi i predetti articolo e comma del TUEL (come accade nei Suoi provvedimenti), gli stessi costituirebbero FALSA APPLICAZIONE DI LEGGE. In base a quanto precede SI DIFFIDA LA SUA SIGNORIA Dal reiterare un provvedimento illegittimo o dall’emanare ulteriori ordinanze estranee e ultronee rispetto ai limiti dei poteri di ordinanza che competono a un Sindaco in caso di emergenza di carattere NON LOCALE, quale quella della corrente epidemia. Ciò al fine di evitare ogni possibile illegittimità nei comportamenti degli amministratori locali e di rasserenare i cittadini sulla validità dei provvedimenti in vigore e sulla gerarchia delle disposizioni cui sono tenuti ad attenersi».

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