MESSINA. L’accusa chiede otto condanne e due assoluzioni per il gruppo accusato di aver organizzato le competizioni clandestine lungo alcune strade cittadine al centro dell’operazione Zikka. Al vaglio del gup Salvatore Mastroeni la posizione di 10 indagati che hanno chiesto il rito abbreviato. Intanto il gup ha disposto il processo per altri due che hanno scelto l’ordinario.

A conclusione del suo intervento il pubblico ministero Piero Vinci ha chiesto 4 anni e 2 mesi per Stello Margareci, 2 anni e 4 mesi per Gabriele Maimone, 2 anni e 2 mesi per Gaetano De Leo, 2 anni e 2 mesi per Rosario Lo Re. Inoltre chiesti per Orazio Panarello 2 anni, Antonio Caruso 2 anni e 2 mesi, Antonio Rizzo 10 mesi e 40mila euro di multa, Orlando Colicchia 2 anni e 4 mesi. Chiesta l’assoluzione per Francesco Tricomi e per Antonino Margareci. La parola è quindi passata agli avvocati della difesa che proseguiranno gli interventi anche nella prossima udienza.

Intanto il gup Salvatore Mastroeni ha disposto il rinvio a giudizio di altri due indagati che invece avevano scelto l’ordinario. Si tratta di Gaspare Francesco Franzino e Francesco Guglielmo, che sono stati rinviati a giudizio al 19 settembre davanti alla Prima sezione penale del tribunale.

Al centro dell’indagine condotta dai carabinieri a novembre 2017, la “scuderia dei Minissaloti”, al villaggio Unrra. Le indagini hanno rivelato che le corse clandestine si svolgevano di notte oppure all’alba sia sul lungomare di Santa Margherita, sul viale Giostra, nelle strade del villaggio Cep ed infine i carabinieri hanno scoperto anche una gara a Gaggi.  Su queste “piste” i cavalli trainanti calessi gareggiavano e sulle quali si scommetteva. Le vittorie erano poi celebrate su Facebook con video e canzoni napoletane dedicate ai cavalli.
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