Dieci pesanti richieste di condanna sono state proposte dall’accusa nel giudizio abbreviato per l’operazione “Triade” su un vasto traffico di droga da Tortorici fino a Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto svelato da un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale di Messina. Il processo si svolge davanti al gup Salvatore Mastroeni. Il pubblico ministero Fabrizio Monaco ha chiesto la condanna a 18 anni ciascuno per Giuseppe Aricò, Filippo Biscari e Carmelo Galati Massaro. Chiesti inoltre 8 anni e 6 mesi ciascuno per Sebastiano Galati Massaro, Giuseppe Lo Presti, Antonio Musarra Pecorabianca e Francesco Salamone. Infine chiesti 4 anni per Giuseppe Cammisa, 2 anni per Antonio Costanzo Zammataro e 2 anni per Veronica Lombardo Pontillo. Sono cominciati gli interventi dei difensori che proseguono anche nella prossima udienza. L’operazione “Triade” è lo sviluppo di un’indagine condotta fin da settembre 2013 dai carabinieri della Compagnia di Milazzo. Dagli accertamenti emerse come un gruppo di Tortorici fornisse periodicamente ingenti quantitativi di hashish e marijuana ad altre due diverse articolazioni della stessa organizzazione, operanti tra Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo, che si preoccupavano poi di commercializzare lo stupefacente sulle principali “piazze di spaccio” del litorale tirrenico. Il blitz dei carabinieri scattò il 20 luglio 2016, pochi mesi dopo il fallito attentato al presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, colpendo uno dei settori di maggiore interesse delle consorterie tortoriciane. Dalle indagini emerse che la droga, grazie a spostamenti su fuoristrada lungo mulattiere e strade di montagna dei Nebrodi, finiva nelle piazze dello spaccio di Milazzo e Barcellona. I carabinieri hanno anche scoperto che gli incontri per concordare prezzo e quantità della droga da acquistare e le modalità di consegna avvenivano sempre nel parcheggio di un centro commerciale . In un secondo momento altre persone si occupavano del passaggio effettivo dello stupefacente. L’operazione “Triade”, coordinata dai sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia Liliana Todaro e Fabrizio Monaco, scattò nel 2016, nei confronti di 21 persone (15 arresti in carcere, 5 ai domiciliari ed un obbligo di presentazione alla pg) ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegali di armi da fuoco e spendita di banconote falsificate.

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