MESSINA. I finanzieri del Comando Provinciale di Messina stanno procedendo all’esecuzione di 16 misure cautelari (2 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 11 ordinanze di divieto temporaneo di esercitare attività professionali o imprenditoriali) ed al sequestro di beni del valore complessivo di circa 15 milioni di euro nei confronti dei membri di un’associazione per delinquere dedita alla commissione di reati di bancarotta, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, riciclaggio e auto-riciclaggio, falso ideologico in atto pubblico ed appropriazione indebita.

Il provvedimento, eseguitoa conclusione di una complessa indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Messina, è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Messina, Maria Vermiglio.

Le indagini, hanno permesso di individuare un’associazione per delinquere con al vertice 2 avvocati di affari messinesi (Andrea Lo Castro e Francesco Bagnato) ed un commercialista peloritano (Benedetto Panarello) i quali, anche avvalendosi di fidati prestanome (Orazio Oteri e Giuseppe Barbera) predisponevano per la loro nutrita clientela, composta da imprenditori operanti su tutto il territorio nazionale, illeciti strumenti ed atti giuridici per effettuare, a favore di società riconducibili a questi ultimi, operazioni finanziarie e societarie tese ad occultare il loro patrimonio ai creditori ed al Fisco.

Nel corso dell’attività investigativa sono state ricostruite numerose operazioni illecite effettuate, nel periodo che va dal 2014 al 2017, dai professionisti messinesi per conto di importanti gruppi imprenditoriali presenti in diverse regioni italiane.

Secondo un consolidato schema operativo i professionisti indagati provvedevano a svuotare rilevanti poste patrimoniali da diverse società in difficoltà trasferendoli in altre di nuova costituzione, lasciando gli ingenti debiti in capo alle società originarie.

Queste ultime, poi, venivano messe in liquidazione dagli amministratori, perlopiù individuati nei prestanome e, successivamente, chiuse nel più breve tempo possibile, all’insaputa dei creditori in modo da evitare che, nel termine di un anno, costoro potessero presentare istanza di fallimento.

Gli imprenditori coinvolti, tutti destinatari della misura interdittiva sono:

Francesco D’Amico, già proprietario del Jolly Hotel di Messina, e la moglie P.I..

I due coniugi sono attualmente proprietari di due alberghi a Chianciano Terme (SI), posti a vincolo di sequestro in data odierna.

– R.F. ed il figlio A.F. costruttori della provincia di Reggio Calabria;- F. R. F. ed i figli G.F. e O.F. imprenditori di Policoro (MT) operanti in diversi settori economici, unitamente alla loro collaboratrice E.Z. di Milazzo (ME).

– B.L. ed il figlio V.L.. imprenditori del settore alimentare operanti della provincia di Reggio Calabria;

– P.V.B. faccendiere di Milano.

A margine dell’esecuzione delle misure cautelari personali è stato sottoposto a sequestro preventivo un patrimonio immobiliare e mobiliare, costituito da alberghi, aziende, terreni nonché quote societarie e somme di denaro per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.

 

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments