MESSINA. Condanna alla pena di trent’anni con il riconoscimento del rito abbreviato condizionato per Angelo Bonasera e Giuseppe Pellegrino nel processo per l’omicidio di Francesco La Boccetta ucciso il ucciso il 13 marzo 2005. La Corte d’Assise ha pronunciato la sentenza al termine di una lunga camera di consiglio durata oltre sei ore.

A Bonasera e Pellegrino indicati come alcuni tra i mandanti dell’omicidio, i carabinieri risalirono nel 2016 a seguito di indagini su dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. La Corte d’Assise ha concesso la riduzione per l’abbreviato condizionato a sentire i collaboratori di giustizia Salvatore Centorrino, Gaetano Barbera, Francesco D’Agostino e Daniele Santovito, che era stato chiesto  dalla difesa dinnanzi al gip e che è stato ribadito  alla Corte prima dell’apertura del dibattimento. La scorsa udienza il pubblico ministero Maria Pellegrino aveva sollecitato la condanna all’ergastolo. A sostenere le ragioni della difesa gli avvocati Antonello Scordo, Alessandro Billè e Salvatore Silvestro che avevano fornito una diversa visione dei fatti.  
Francesco La Boccetta, personaggio noto nel panorama della criminalità messinese fu ucciso a colpi di calibro 7,65. I killer lo sorpresero a bordo di un’auto allo svincolo di San Filippo, a pochi metri dall’incrocio con la Ss 114. Proprio l’agguato a La Boccetta segnò l’inizio di uno scontro tra  i clan cittadini con altri omicidi e ferimenti che si verificarono nel 2005. Le operazioni “Ricarica” e “Mattanza”  condotte da polizia e carabinieri su indagini coordinate dalla Dda evitarono una possibile guerra di mafia. 

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